Fedriga in Friuli Venezia Giulia, anatomia di un trionfo elettorale

Il candidato della Lega si impone col 57,1% dei consensi, doppiando il candidato del centrosinistra. Un'analisi 

Fedriga in Friuli Venezia Giulia, anatomia di un trionfo elettorale
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 Massimiliano Fedriga

Se le elezioni in Molise di una settimana fa hanno restituito un testa a testa tra centrodestra e Movimento 5 Stelle, quelle in Friuli-Venezia Giulia hanno avuto un risultato molto meno contrastato.

Che il candidato del centrodestra, il leghista Massimiliano Fedriga, prevalesse non era in dubbio. L'unico dubbio era se Fedriga sarebbe riuscito o meno a raggiungere il 45% dei voti, soglia minima per ottenere una maggioranza consiliare del 60% invece che del 55%. Fedriga si è imposto con un netto 57,1% dei voti, in un'elezione per niente competitiva.

Tutti (molto) dietro a Fedriga

Dietro di lui si è classificato Sergio Bolzonello (centrosinistra), con il 26,8% dei consensi, meno della metà. Solo terzo il candidato del movimento 5 stelle Alessandro Fraleoni Morgera, con un deludente 11,7%.

Il candidato civico Sergio Ceccotti si è piazzato ultimo con il 4,4%. Dunque nessun dubbio sulla vittoria di Fedriga, che potrà contare su una larghissima maggioranza, costituita principalmente da esponenti della Lega.

Infatti il partito di Salvini si è imposto quale prima lista della regione con il 34,9% dei voti. Secondo il Pd con il 18,1%, terza Forza Italia con il 12,1%. Solo quarto il movimento 5 stelle, che come lista non va oltre il 7,1%.

L'affluenza e l'incidenza dell'astensione

Ma analizziamo anzitutto la partecipazione al voto. Alle ore 12 aveva votato il 18,1% del corpo elettorale: una percentuale tutto sommato alta, tenendo conto che alla stessa ora alle Politiche del 4 marzo si era recato alle urne il 22,5% dei friulani (un calo di soli 14.000 voti in termini assoluti). Il crollo dell'affluenza si è però verificato a metà giornata: alle 19 infatti la percentuale si è fermata al 38,4%, quando alle Politiche era arrivata addirittura al 62%.

E se alle 23 del 4 marzo la partecipazione definitiva si era attestata sul 75%, domenica scorsa il dato è stato solo del 49,6% degli aventi diritto: un risultato dunque al di sotto non solo del 50% ma anche nettamente lontano dalla percentuale delle Politiche. In effetti il dato non è stato dissimile da quello delle Regionali del 2013, quando la partecipazione fu del 50,5% (pur se si votò anche il lunedì).

Un'analisi delle correlazioni tra il rapporto dell'affluenza tra Politiche e Regionali e il voto alle singole liste del 4 marzo per ciascun Comune, mostra che nei Comuni dove il centrodestra era andato bene alle Politiche, in questa tornata si è votato un pò meno.

Discorso inverso per Movimento 5 stelle e centrosinistra con una partecipazione più alta (o meglio, con una diminuzione inferiore) dove avevano ottenuto un risultato più alto il 4 marzo. Se ne potrebbe dedurre che i risultati di queste regionali non siano spiegabili con la dinamica dell'astensione.

In 19 Comuni si rinnovavano anche le amministrazioni comunali. In questi Comuni la partecipazione è stata più alta della media: dal 49,6% al 52,4%. Molto è dovuto al dato di Udine, unico capoluogo chiamato alle urne, dove ha votato il 57,2% degli elettori.

I precedenti: le politiche del 4 marzo

Rispetto alle ultime Politiche il centrodestra fa un notevole balzo in avanti. Il dato regionale di coalizione, infatti, era del 43%, mentre oggi supera il 57% (anche se in termini assoluti questo si traduce in soli 10.000 voti in più). La Lega rimane primo partito, ma aumenta il suo peso percentuale (dal 25,8% al 34,9%) anche se perde in termini assoluti (oltre 30.000 voti).

Discorso analogo per Forza Italia (+1,4% e -24.000 voti). Il centrosinistra, invece, arrivò terzo alle Politiche con il 23,1% dei voti, mentre oggi risulta seconda coalizione con il 26,8% (-15.000 voti). Il Pd ottiene una percentuale simile a quella del 4 marzo, ma perde in termini assoluti circa 44.000 voti.

Chi invece proprio non riesce ad affermarsi a livello regionale è M5s, che nel giro di neanche due mesi perde oltre 100.000 voti (130.000 se si guarda il risultato di lista).

Come mostra il grafico, in questa regione il M5S è andato peggio del 2013 sia rispetto alle Politiche sia alle Regionali. Rispetto a cinque anni fa, il M5S perde circa 40.000 voti come candidato presidente e circa 25.000 come lista.

Eppure, nonostante queste variazioni (di entità considerevole, considerando anche il calo dell'affluenza) non sembra che la geografia del voto ne sia risultata sconvolta. I consensi ottenuti dalle tre principali aree politiche (centrodestra, centrosinistra e M5s) nei vari Comuni lo scorso 4 marzo risultano molto correlati a quelli ottenuti domenica. In termini numerici, il voto delle Politiche "spiega" mediamente circa i 2/3 della varianza riscontrata due mesi dopo, alle Regionali.

Le precedenti regionali (2013)

Il centrosinistra, che nel 2013 vinse con uno scarto di 2.000 voti sul centrodestra, perde circa 67.000 voti e passa dal 39,4% al 26,8%. Il Pd perde 8 punti percentuali e oltre 30.000 voti. Il centrodestra guadagna poco meno di 100.000 voti passando dal 39% al 57,1%. Rispetto a 5 anni fa si impone la Lega quale primo partito assoluto, mentre all'epoca il primato andò al PDL (20%) mentre la Lega era addirittura terza (8,3%).

Vediamo ora i risultati per circoscrizione. Nel 2013 Trieste e Gorizia andarono al centrosinistra, mentre Udine, Tolmezzo e Pordenone al centrodestra. Alle scorse Politiche, invece, il centrodestra si impose ovunque e il movimento 5 sstelle gli si piazzò dietro in quattro collegi su cinque: solo a Trieste il centrosinistra ottenne la seconda piazza. Con il voto di ieri, invece, si ha un centrodestra primo ovunque con oltre il 50%: dal 51,1% di Gorizia al 66% di Tolmezzo.

Il centrosinistra invece è secondo in tutte le circoscrizioni, oscillando dal 20,6% di Tolmezzo al 30,4% di Trieste. In generale, comunque, è confermato il trend per cui Trieste e Gorizia risultano più favorevoli al centrosinistra e al movimento 5 stelle rispetto al resto della Regione.

Volgendo lo sguardo al voto per Comune, interessante per esempio il comportamento elettorale a Udine città, dove contemporaneamente si votava anche per il sindaco. Qui Martines (centrosinistra) è andato decisamente meglio rispetto a Bolzonello e l'inverso è accaduto per il candidato di centrodestra Fontanini (andato peggio di Fedriga).

In particolare, a Udine Martines ha preso il 36,7% mentre Fontanini il 40,9%; al contrario in regione Bolzonello ha preso il 30,1% contro il 48,4% di Fedriga. Rimane da capire quale sarà la lista più votata tra Pd e Lega, con quest'ultima al momento in vantaggio di meno di un punto percentuale. L'altro Comune con più di 15.000 abitanti era quello di Sacile (Pordenone) e anche lì si andrà ad un ballottaggio. Il secondo turno, però, sarà una sfida tutta interna al centrodestra: Carlo Spagnol (Forza Italia) contro Alberto Gottardo (Lega e FdI). Insomma, il centrodestra è riuscito a riconquistare la regione e ad imporsi a tutti i livelli, anche comunali. La bassa affluenza non li ha svantaggiati e il risultato finale sa di un record difficilmente eguagliabile. Fedriga sfonda il 57% dei voti e la Lega si afferma quale primo partito. Sono loro i veri vincitori. Tutti gli altri perdono in maniera più che consistente, specialmente il movimento 5 stelle che in meno di due mesi vede sfumare più di 100.000 voti. 



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