Perdersi in un viaggio non è sempre una cattiva idea, soprattutto se vi trovate nelle campagne siciliane di Caltagirone, dove tra distese verdi, rocce e colline, potrebbe capitarvi di essere travolti da un’insolita valanga di colori. Se dovesse accadere, tranquilli, non siete sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o in preda ad un attacco di allucinazioni; ma vi trovate nel bel mezzo del progetto “Uncommissioned Landscape Manipulation”, realizzato dall’artista siciliano Ligama.
Classe 1986, vive e lavora a Catania, nel 2011 si è specializzato in Grafica d’arte con la tesi sperimentale “Bioincisione” presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. La maggior parte dei suoi lavori si basano sul rapporto tra reale e digitale, ha esposto in molte città italiane ed europee e il suo ultimo progetto sta generando molto interesse.
Disseminati ovunque nel territorio siciliano ci sono oggetti diventati parte integrante del paesaggio, sono ruderi di vecchie case, magazzini, stalle o piccoli rifugi; figli di un tempo andato, ma mai del tutto finito.
“Questi oggetti testimoniano una civiltà perduta ed esistono nella memoria della collettività solo nello stato di abbandono in cui le ho conosciute- spiega Ligama, e aggiunge – “per questo ho deciso di intraprendere un viaggio attraverso la mia Sicilia, alla ricerca di paesaggi che includono questi oggetti temporali per cambiarli, per provare a manipolare la durabilità del reale e osservare il frutto delle nuove relazioni che essi stabiliranno con gli uomini”.
La manipolazione di Ligama oltre ad essere maledettamente romantica, proprio perché cerca di dare nuova vita ad oggetti che fanno parte della sua anima, è anche decisamente contemporanea; in quanto i colori, grazie ad un particolare algoritmo, sono scelti dal territorio che li circonda.
Si, lo so, sembra un po' assurdo pensare che un rudere, un gruppo di alberi, un prato e dei sassi possano scegliere il colore che fa più al caso loro, con la stessa facilità con la quale sceglieremmo di vestirci di blu per andare a lavoro; ma la realtà che viviamo oggi, sempre più intrisa di tecnologia e digitale, rende tutto questo possibile e affascinante.
L’artista, con il supporto tecnico di un ingegnere informatico, ha creato un algoritmo d’intelligenza artificiale in grado di trasformare i suoni dell’ambiente in frequenze di colore.
Ogni rudere appartiene a paesaggi apparentemente simili tra loro, ma di fatto molto differenti. L’equazione tra spazio, rumore e movimento di ogni luogo, genera delle frequenze sonore che inserite all’interno di un programma Java, restituiscono i corrispettivi in frequenze di colore. I picchi di ogni frequenza colore, tramite un programma di equivalenza cromatica, vengono trasformati a loro volta in dati rgb o quadricromia, ossia la scala di riferimento per i colorifici.
Et voilà… il gioco è fatto; l’algoritmo magico è pronto e il territorio può "vestirsi" con i colori che ha personalmente richiesto.