Quando il presentatore del primo Pallone d’oro a una calciatrice ha chiesto ad Ada Hegerberg di “twerkare” (cioé di ballare muovendo i fianchi voluttuosamente) il salone del celebre premio annuale della rivista “France Football” è raggelato: molti hanno scosso la testa, dicendosi fra sé e sé che, evidentemente, i tempi non sono ancora maturi perché le donne entrino dalla porta principale del calcio. Ma il no secco e deciso della 23enne norvegese e il successivo rifiuto a una qualsiasi accusa sessista verso il dj Martin Solveig hanno detto decisamente il contrario.
La miglior calciatrice del mondo dei 173 giornalisti che hanno votato per il riconoscimento datato 1956, è doppiamente fiera del suo premio, da fortissima attaccante, da pioniera del suo sport. E, con quel “Nessun problema, ho capito che era una battuta”, la potente bionda svedese ha twerkato lei tutto l’universo maschilista. Per poi insistere sui valori, su come confida di ispirare le ragazze più giovani a credere in loro stesse. La Hehgerberg ha tagliato corto, sfoderando il miglior sorriso, mentre il web si accendeva, a cominciare dal due volte campione di Wimbledon (una all’Olimpiade), Andy Murray che, su Instagram, ha puntualizzato: “Ecco un altro esempio del ridicolo sessismo che esiste nello sport. Per tutti quelli che pensano che la gente stia reagendo in modo eccessivo ed è stato solo uno scherzo… Non lo era, sono stato coinvolto nello sport per tutta la mia vita e il livello del sessismo è irreale”.
Le scuse del dj
Women in Sport si è dichiarato estremamente dispiaciuto per l’infelice uscita di Solveig: “Le sue osservazioni sessiste mostrano quanto resta ancora da fare per creare una società libera dal sessismo e dalla discriminazione. La nostra ricerca Beyond 30 ha dimostrato che quasi il 40% delle donne che praticano sport hanno subito discriminazioni, mentre il 30% ha avuto comportamenti inappropriati da parte del sesso opposto”. E il Dj che s’è cosparso la testa di cenere e ha chiesto scusa a tutti, dalla giocatrice, subito, sul posto, al pubblico, anche su twitter: “Mi scuso con chiunque si sia offeso, è stata una battuta, probabilmente una cattiva, e voglio fare ammenda”.
Quando si è superiori
Ada Hegerberg fa spallucce: un portento del calcio. Dopo aver fatto sfracelli in patria nelle rappresentative giovanili insieme alla sorella maggiore Andrine (anche lei calciatrice pro, a Parigi), dal 2014 è esplosa come una delle più forti attaccanti di sempre, giocando nell’Olympique Lyonnais, la squadra leader nel mondo. Per la Uefa è stata la migliore d’Europa nel 2016 e per la tv inglese Bbc l’anno scorso ma, soprattutto, in Norvegia, due anni fa, ha ricevuto il Pallone d’oro nazionale in assoluto, superando anche i colleghi uomini. Del resto, come spiega lei: “Sono cresciuta giocando coi ragazzi, per me e mia sorella era una cosa normale, fino al 13-14 anni”. Segnando sempre gol a raffica. Nella stagione 2015-2016 ne ha infilati addirittura 54: 33 in campionato, 21 nelle varie coppe europee, lanciando il Triplete dell’Olympique. Quand’ha twittato a Ronaldo: “Vediamo se sai fare di meglio!”. Contribundo come Ronaldo ai successi della sua fortissima squadra, firmando tre Champions League di fila e meritandosi già un altro contratto triennale, fino al 2021. L’ennesimo nel calcio donne, come i 38 gol in 66 partite internazionali, i 41 in altrettanti match nelle competizioni Uefa e i 2015 nelle 197 dei campionati nazionali.
Figurarsi
Qual è il suo segreto? “I risultati aumentano l'autostima e il benessere. La mia filosofia è che devi costruire pietra su pietra e, quando raggiungi un livello elevato, devi lavorare per rimanere lì. Io cerco sempre di migliorare, in tutto, a fine non, ci sediamo attorno a un tavolo, Thomas, il mio fidanzato, mia sorella e i miei genitori ed analizziamo la stagione, ma soprattutto le aree dove posso crescere e quelle che devo consolidare”. Il contrario di quanto avviene in patria: “In Norvegia il calcio è lo sport più importante per le donne, abbiamo una bella traduzione ma da un po’ non cresciamo più, abbiamo anzi smesso di parlare di miglioramenti e di programmi e le altre nazioni ci hanno superato”.
Figurati se una così può impressionarsi davanti a una gaffe che sembra tanto maschilista. E diventa autogol.