Mayweather vs McGregor: breve guida ad un combattimento che sa di pagliacciata
Forse la chiave per capire la sfida fra Floyd Mayweather jr (eroe del Wbc, una delle sigle del pugilato) e Conor McGregor (eroe dell’Ufc, sigla delle arti marziali miste) sta tutto e solo nel premio. Intanto la borsa, i soldi, i 4 milioni di acquirenti dello spettacolo pay per view, e le borse di 210 e 90 milioni di dollari ai primattori, che spiccano nel giro d’affari che è stato calcolato in 600 milioni di dollari.
Il titolo: una cinta pacchiana tempestata di diamanti
Ma soprattutto, a chiarire il senso di questa sfida (in programma domenica 27 alle ore 5 italiane), assolutamente inutile e fuorviante sotto il profilo meramente sportivo, fra un fenomeno imbattuto in 49 incontri e un debuttante, è l’emblema che premierà il vincitore, la “Money Belt”, una pacchiana cintura di pelle di coccodrillo intarsiata di 3360 diamanti, 600 zaffiri, 160 smeraldi, con 1.5 chili d’oro a 24 carati con la quale il Wbc - la gloriosa sigla del pugilato, Wbc - cingerà i fianchi del csmpione.
La nobile arte tanto più nobile non è
Lo sport è sempre più frastornato e confuso da nuove regole dettate dal dio denaro, da nuove sigle, dalla commistione uomini e donne, dal doping, e la durissima boxe sempre più in crisi lo è ancor di più, sul quadrato che tanti amano, ma che tantissimi temono e criticano. Perciò, d’accordo, Business is business, ma il match di Las Vegas fra un mito del pugilato come Maywheather e un campione delle arti marziali come McGregor è l’ennesimo attentato alla credibilità della noble art, già minata da troppe sigle, ritiri, combattimenti di cartello, ritorni clamorosi, dubbi, poche autentiche star e pochi autentici duelli.
E, alla fine fine, farà più male che bene. Ancor di più se il responso non sarà chiaro, magari spinto ancora dal dio denaro sotto forme di enormi quantitativi di denaro che is sta muovendo dietro le quinte attraverso le scommesse.
Già, ma una volta minato sin delle radici lo spirito stesso della gara, una volta incerto il motivo del ritorno di un fenomeno come Mayweather (o troppo certo: i soliti soldi che avrebbe sperperato fino a finire sul lastrico), una volta evidente lo squilibrio di capacità pugilistica e d’età fra i due, una volta ubriacato di dubbi e svuotato di regole, una volta svilito da questa lunga vigilia orchestrata con sapienza a tavolino, quale responso potrebbe mai accontentare davvero?
Una sceneggiata, o un colpo alla boxe difficile da digerire
Se vincerà lo statunitense, simbolo del pugilato, sarà un verdetto ovvio, e confermerà che era tutta una sceneggiata, se vincerà l’irlandese, campione delle arti marziali, sarà l’ennesimo calcio ad uno sport che è alla base della vita stessa dell’essere umano, ancor prima che dello sport e dell’olimpismo.
C’è un solo modo di guardare questo spettacolo: non già come pugilato, ma come braccio di ferro fra due atleti molto forti che si sfidano sul terreno preferito di uno dei due. Sperando solo che poi non ci sarà la rivincita sul terreno preferito dall’altro. Come però temiamo fortemente.