Pezzo dopo pezzo, ecco come si distruggerà la stazione spaziale cinese

Il 1 aprile la struttura principale del veicolo si surriscalderà fino a disintegrarsi intorno alla quota di circa 80 km. Difficile stabilire dove cadranno gli eventuali detriti

Pezzo dopo pezzo, ecco come si distruggerà la stazione spaziale cinese

Secondo le ultime rilevazioni,  la Tiangong-1 potrebbe rientrare nell’atmosfera terrestre il 1 aprile, intorno alle 16:00 (ora italiana), anche se l’incertezza è di circa 16 ore in più o in meno.

Ancor più difficile, però, è stabilire dove finiranno gli eventuali detriti che potrebbero sopravvivere al tremendo impatto con l’atmosfera. In parte, questa incertezza è dovuta al fatto che la stazione spaziale è grande come un piccolo autobus ma, soprattutto, al fatto che sta girando su se stessa in modo incontrollato, il che rende difficile prevedere l’effetto dell’attrito sulle diverse parti e quindi  la traiettoria.

Oltre agli ultimi aggiornamenti, da parte degli osservatori occidentali che stanno monitorando la caduta della Tiangong-1 (Agenzia Spaziale Europea, Aerospace Corp., ecc.), vale la pena riportare anche le informazioni rilasciate recentemente dall’Ufficio per il Volo Umano Cinese (China Manned Space Engineering Office o CMSEO).

Nell’articolo si precisa che non si tratterà “di uno schianto violento ....  ma piuttosto di una pioggia di meteore" e si aggiunge che, durante uno sciame meteoritico “tra 1.000 e 20.000 meteoriti cadono sulla Terra ogni ora, ma la probabilità che una persona venga colpita è di circa 1 su 700 milioni”.

 

La traiettoria di rientro della Tiangong 1

Per maggior chiarezza, viene spiegato che il processo di rientro può essere suddiviso in tre fasi. Nella prima fase, a circa 100 km d’altezza, la resistenza atmosferica comincerà a strappare i pannelli solari, le antenne e le altre parti esterne della Tiangong-1.

Mentre procede nell’atmosfera sempre più densa, la struttura principale del veicolo si surriscalderà fino a disintegrarsi intorno alla quota di circa 80 km.

Eventuali  frammenti continueranno a bruciare, disperdendosi nell'aria e solo una piccola quantità potrebbe raggiungere il suolo, a una velocità comunque bassa, viste le masse e le dimensioni ridotte. In ogni caso, questi frammenti finirebbero molto probabilmente negli oceani, che coprono più del 70% della superficie terrestre.

Mi sembra una ricostruzione molto dettagliata di quanto accadrà tra qualche ora e dovrebbe sgombrare il campo da inutili allarmismi.

Voglio concludere con un altro dato rassicurante. 

In quasi 60 anni, dagli inizi dell’era spaziale a oggi, sono caduti sulla Terra più di 15 mila tonnellate di detriti, ma non si è registrato alcun incidente che abbia coinvolto esseri umani.



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