Non è un buon periodo per i test dei lanciatori pesanti su Luna e Marte

Non è un buon periodo per i test dei lanciatori pesanti su Luna e Marte

Il 2 febbraio abbiamo assistito all’ennesima esplosione di Starship, che ha fallito l’atterraggio in modo catastrofico
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© SPACEX / AFP -

Non è un periodo fortunato per i test dei lanciatori pesanti, quelli capaci di portare carichi importanti, con cose e persone, sulla Luna e su Marte. Dopo avere commentato lo spegnimento troppo rapido dei motori che ha fatto fallire il test a terra dello Space Launch System della NASA (poi ripetuto con successo), dobbiamo registrare che il 2 febbraio abbiamo assistito all’ennesima esplosione di Starship, che ha fallito l’atterraggio in modo catastrofico.

Per tirarci su di morale, propongo di fare uno sforzo di memoria e ricordare che, giusto cinquanta anni fa, era in corso la missione Apollo 14. 

Dopo il quasi disastro di Apollo 13, la NASA aveva riprogettato i serbatoi dell’ossigeno del modulo di comando insieme a tutto il cablaggio e questo aveva ritardato di alcuni mesi il programma. Partito la sera del 31 gennaio 1971, Apollo 14 si è inserito in orbita lunare il 4 febbraio. Poi, il modulo lunare Antares si è separato dal modulo di comando, chiamato Kitty Hawk, ed è allunato il 5 febbraio 1971. Il comandante della missione era Alan Shepard, uno dei mitici Mercury Seven, i primi sette astronauti selezionati dalla NASA. Era stato il primo americano a fare un volo suborbitale il 5 maggio 1961, ma poi un problema all’orecchio lo aveva tenuto a terra fino a quando un’operazione ben riuscita gli aveva permesso di superare gli esami medici per poter tornare a volare. Questa traversia lo ha trasformato nel più vecchio degli astronauti lunari, aveva ben 47 anni, ma chiaramente non stava più nella pelle di avere potuto realizzare il suo sogno.

Toccando il suolo lunare disse "And it's been a long way, but we're here." (è stato un lungo viaggio ma siamo arrivati).  Il suo compagno di passeggiate lunari è stato Edgard Mitchell, mentre sul modulo di comando li aspettava Stuart Roosa.  

Shepard e Mitchell hanno fatto due uscite di circa 5 ore ciascuna il 5 ed il 6 febbraio 1971. Per trasportare gli strumenti da piazzare sul terreno e poi per la raccolta degli importantissimi campioni erano stati muniti di un carrellino a due ruote che dovevano tirare (o spingere) su un terreno accidentato dove trovavano difficile camminare. Le missioni successive sarebbero state equipaggiate con un veicolo elettrico che permise di allargare il raggio d’azione degli esploratori lunari. Shepard e Mitchell si dovettero accontentare di qualche centinaio di metri come possiamo vedere benissimo dalle impronte che hanno lasciato sul suolo lunare che sono state fotografate nel 2011 dal Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA.

Oltre a ciò che è rimasto del modulo Antares, al carrettino ed agli strumenti scientifici integrati nel modulo ALSEP (per Apollo Lunar Surface Experiment Package), sono state lasciate anche due palline da golf che Shepard, appassionato golfista, aveva portato sulla Luna tra i suoi effetti personali, insieme ad una mazza. 

Infatti, una delle ragioni che ha fatto entrare Apollo 14 nell’immaginario collettivo è stata l’idea di Shepard di provare a giocare a golf sulla Luna. La poca gravità avrebbe dovuto permettere tiri fantastici, ma l’ingombrante tuta certo non ha aiutato. In ogni caso, Shepard ha sempre detto di avere il record del tiro lunare più lungo e si direbbe che il titolo reggerà ancora per qualche anno.

Certamente la NASA non porterà la prima donna ed il prossimo uomo sulla Luna entro il 2024. Come ho raccontato nel mio libro “Conquistati dalla Luna”, era un’idea della passata amministrazione USA e la mancanza di finanziamenti aggiuntivi l’aveva sempre resa più uno slogan che una seria pianificazione. Forse se ne riparlerà per il 2028.