L’acqua è tra le molecole più abbondanti in ogni angolo dell’Universo, da quelli a noi più vicini a quelli più remoti. Troviamo acqua ovunque nel sistema solare, nelle regioni dove si formano nuove stelle, oltre che in antiche galassie.
Sulla Terra troviamo l’acqua allo stato solido (nei ghiacci), liquido (negli oceani e nei mari, nei laghi, nei fiumi fiumi) e gassoso (nell’atmosfera). Dal momento che siamo tutti convinti che l’acqua sia un ingrediente fondamentale per la nascita e l’evoluzione della vita sulla Terra, siamo molto interessati alla ricerca di acqua nell’atmosfera dei pianeti extrasolari i cui numeri sono in continua crescita. Sappiamo esattamente cosa stiamo cercando perché la nostra Terra è un ottimo esempio di pianeta con un’atmosfera ricca di vapore d’acqua.
Studiando la Terra da lontano (per esempio da Venere) possiamo rivelare la presenza di vapore d’acqua nell’atmosfera grazie alle righe di assorbimento che appaiono nello spettro.
La notizia che su un pianeta extrasolare sia stata rivelata la presenza di acqua non è una novità assoluta, ma, fino ad ora, l’acqua era stata rivelata nell’atmosfera di pianeti giganti (quindi gassosi), tipo Giove, dove non ci sono le condizioni adatte allo sviluppo della vita come noi la conosciamo.
Quello che è interessante è il tipo di pianeta per il quale viene annunciata la presenza di acqua nell’atmosfera. K2-18b non un gigante gassoso ma una superterra, con una massa pari a 8 volte la nostra (con un diametro pari al doppio) ed un’orbita di 33 giorni intorno ad una nana rossa, una stella più piccola e più fredda del Sole. La distanza del pianeta dalla stella è tale da porlo nella zona abitabile e quindi è la prima volta che si rivela la presenza di acqua nell’atmosfera di un pianeta roccioso che orbita nella zona abitabile.
Il pianeta è stato scoperto nel 2015 dalla missione Kepler della NASA ma l’osservazione spettrale dell’atmosfera è stata fatta nel 2016 e 2017 dal sempreverde Hubble Space Telescope che ha permesso di analizzare la luce della nana rossa filtrata attraverso l’atmosfera del pianeta. In questo modo è stato possibile vedere la firma dell’acqua insieme a quella dell’idrogeno e dell’elio.
Benchè sia balzato agli onori della cronaca, K2-18b non è la Terra 2.0. E’ decisamente più grande e massivo e la composizione dell’atmosfera è diversa. Neanche le prospettive che K2-18b ospiti qualche forma di vita sono delle migliori. Mentre è vero che si trova nella zona abitabile, le nane rosse sono stelle “irrequiete” capaci di produrre brillamenti violenti che inondano il pianeta di raggi X, certamente pericolosi per ogni forma di vita.
Tuttavia, i dati della missione Kepler ci dicono che le superterre sono i pianeti più comuni tra i sistemi planetari che abbiamo scoperto fino ad ora e le nane rosse sono di gran lunga le stelle più numerose della nostra galassia. Due buone ragioni per considerare con attenzione questo risultato che potrebbe essere il primo di una lunga serie.