Vi ricordate Mars one? Nel 2012 aveva fatto furore l’idea dell’imprenditore olandese Bas Lansdorp di organizzare una missione di sola andata su Marte finanziandola con i proventi di un mega reality costruito sulla preparazione degli astronauti-colonizzatori. Si sarebbe trattato della prima missione di esplorazione planetaria finanziata solo con fondi privati ed aperta ad astronauti non professionisti. Le domande per il casting marziano erano fioccate da tutte le parti del mondo e il processo di selezione aveva fatto il suo lavoro scegliendo i primi 100 viaggiatori con destinazione Marte, noti come Mars 100.
Per gestire l’operazione erano state create due società una, Mars One Foundation, senza scopo di lucro e un’altra, Mars One Ventures, che avrebbe dovuto gestire i diritti televisivi e tutta la parte finanziaria. La società cassaforte aveva sede in Svizzera e sembrava che continuasse ad attrarre qualche tipo di attenzione da parte di imprese che volevano investire (o convincere altri ad investire) nell’avventura.
Ebbene, pochi giorni fa un giornale di Basilea ha riportato la notizia che Mars One Venture è stata dichiarata insolvente ed è stata dissolta. Il sogno di Marte è andato in bancarotta ben prima di cominciare.
By decision of 15 January 2019, the Civil Court of the City of Basel declared the company bankrupt with effect from 15 January 2019, 3.37 p.m., thus dissolving it.
Una volta che la notizia è apparsa sulla stampa, anche sul sito di Mars One è apparsa derubricata ad incidente di percorso con l’importante precisazione che
Mars One CEO Bas Lansdorp emphasized that the related entity the Mars One Foundation is not affected by this procedure.
Capisco la necessità di precisare che solo la società a scopo di lucro fosse interessata dal provvedimento, ma viene naturale chiedersi come farà l’altra a sopravvivere senza fondi? Fine del sogno marziano per i 100 astronauti? Sembrerebbe di sì, anche se Bas Lansdorp non sembra intenzionato ad arrendersi.
For the execution of the actual voyage to Mars, the company will continue to seek strategic collaboration with renowned companies and organizations involved with the travel to Mars
Chissà quali saranno le importanti compagnie vogliose di investire nel progetto. Le avventure interplanetarie hanno costi molto alti ed è difficile per dei privati sprovvisti di un importante cash flow attirare investitori. In più, il progetto Mars One era stato molto criticato perché era stato subito visto come una missione suicida. Come si può pensare di mandare uomini a colonizzare Marte senza prevedere una missione di ritorno? Il MIT, dopo avere dimostrato che i costi previsti erano gravemente sottostimati, aveva calcolato che i coloni non sarebbero sopravvissuti a lungo.
Questo non significa che la missione umana a Marte sia un sogno irrealizzabile. Abbiamo la tecnologia per portare astronauti sul pianeta rosso e riportarli indietro, coniugando la voglia di scoperta con la sicurezza. Quello che ancora non abbiamo è la visione e la volontà politica necessaria per unire le forze di tutte le grandi agenzie spaziali del mondo per realizzare questa grande avventura che si deve sviluppare su un arco di tempo di decenni potendo contare su un flusso di finanziamenti assicurato. Elon Musk ha la visione, e sta dimostrando che un nuovo approccio allo spazio è possibile, ma da solo non ce la può fare. Lui per finanziare la missione a Marte pensa di lanciare il business dell’Internet planetario. Meglio di un reality, ma forse non abbastanza.