Come sarà il 2020 delle esplorazioni spaziali

Il protagonista assoluto sarà Marte che, oltre a quelle di Nasa, Esa e Roscosmos, riceverà anche le attenzioni delle agenzie spaziali di Cina ed Emirati

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Il 2020 si annuncia un anno molto interessante per gli appassionati dello spazio.

Iniziamo col dire che il protagonista assoluto sarà Marte che riceverà l’attenzione di tutte le agenzie spaziali che a luglio lanceranno le loro sonde sfruttando il momento favorevole, cioè l’opposizione quando Marte sarà nella posizione più vicina alla Terra.

  • La NASA lancerà Mars 2020 (un rover che raccoglierà e incapsulerà campioni di rocce marziane che staranno ad aspettare una missione che le recuperi e li riporti a casa nel prossimo futuro),​
  • L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) in collaborazione con Roscosmos ( l’Agenzia Spaziale Russa) lancerà ExoMars 2020 (un rover dedicato a Rosalind Franklin che dovrà carotare la superficie di Marte, alla ricerca di tracce di vita) sempre che i nuovi test sui paracadute diano esito positivo. Se ci fossero problemi bisognerà aspettare la prossima opposizione, tra due anni.
  • La Cina lancerà il Mars Global Remote Sensing Orbiter con un piccolo rover
  • Gli Emirati Arabi lanceranno la missione Speranza 

I lanci dedicati allo studio del sistema solare iniziano già a febbraio quando è prevista la partenza di Solar Orbiter, una missione europea dedicata alla studio del Sole, e si concluderanno a fine 2020 con due missioni lunari. Da un lato la NASA con la prima missione del programma Artemis per il ritorno alla Luna, dall’altro la Cina con la missione Chang’è 5 costituita da un lander e da un rover. Il lander raccoglierà campioni lunari che verranno impacchettati e spediti a Terra.

Se tutto andrà secondo i piani, la Cina diventerà la terza potenza spaziale al mondo ad avere raccolto campioni lunari dopo la NASA (che detiene il primato con 382 kg di rocce lunari raccolte durante 6 allunaggi delle missioni Apollo) e l’agenzia spaziale Russa (allora sovietica) che, all’inizio degli anni ’70, nel corso di tre missioni automatiche, ha portato a casa circa 300 grammi di suolo lunare.

Nel frattempo Space X continuerà i test propedeutici alla ripresa dei lanci di astronauti dal territorio americano con la capsula Crew Dragon che spera di iniziare nel 2020 i lanci umani verso la stazione spaziale. Ma Space X non è la sola organizzazione a lavorare al trasporto degli astronauti. Boeing sta mettendo a punto il suo Starliner che avrebbe dovuto fare una prova generale di andata e ritorno alla stazione spaziale a fine 2019, ma ha avuto un problema al lancio e non è riuscita a raggiungere l’orbita giusta per attraccare alla stazione spaziale. Il test per il ritorno della capsula, però, è stato portato a termine con successo e abbiamo visto il primo atterraggio su terra, piuttosto che un ammaraggio come ci ricordiamo dalle missioni Apollo.

La stazione spaziale a giugno riceverà un nuovo modulo prodotto e lanciato da Roscosmos. Si chiamerà Nauka, scienza in russo, ed è un Multipurpose Laboratory Module. Anche la Cina sarà attiva in orbita terrestre e lancerà il primo modulo della sua nuova stazione spaziale, il terzo della serie dei Palazzi Celesti.

In parallelo Space-X continuerà a lanciare i satelliti della costellazione Starlink che vuole offrire il servizio internet da satellite in qualsiasi area del mondo. Gli Starlink partono a gruppi di 60 che poi vengono rilasciati uno ad uno in orbita e formano dei trenini di lucette celesti che preoccupano moltissimo gli astronomi che vorrebbero poter studiare il cielo senza interferenze terrestri. Ne sono già stati lanciati 240 e l’inesorabile Musk pianifica di lanciarne gruppi di 60 a settimane alterne per arrivare ad averne oltre 1.300 in orbita entro la fine dell’anno.



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