Anche l'Italia sta cambiando, in crescita le "lauree del lavoro"

È boom di iscrizioni per ingegneria, crollano gli immatricolati nel settore giuridico. Capiamo il perché

Anche l'Italia sta cambiando, in crescita le "lauree del lavoro"

Alcuni giornali mi hanno contattato per chiedermi del boom di iscritti ad Ingegneria. Non ho visto tutti i dati e quindi quello che dico qui è "al buio".

Mi dicono: "Boom di iscritti ad ingegneria". Io rispondo: "Bene, era ora".

Ma chiarisco: "Penso che quella di oggi sia una società pesantemente tecnologico-centrica. Una società che se vuole sopravvivere deve innovare e crescere. Questo lo fai solo se hai nel paese chi di tecnologie e di infrastrutture ne capisce. E ne capisce non significa sa usare l'iphone facebook o sa programmare la caldaia o il set top box della tv. Significa che queste cose, che ho usato come semplici esempi, li progetta e li costruisce."

Mi dicono: "Perché è successo?" Io rispondo: "È arrivato anche nelle case e nelle famiglie un messaggio importante. Il mondo sta cambiando, stanno cambiando i lavori. Sempre per fare un esempio, se non vuoi essere sostituito dai robot una delle chance che hai è che tu sia uno di quelli che i robot li progetta e costruisce. E c’è una crescente richiesta di profili tecnici e tecnologici di natura ingegneristica che oggi è incredibile."

Mi dicono: "Giurisprudenza crolla" Io rispondo: "Non credo che si debba vivere in una società di soli ingegneri. I giuristi servono e come. Come serve altro. Dobbiamo capire cosa fanno oggi i laureati in Giurisprudenza quando escono dall’Università per analizzare questi dati. Purtroppo il numero di studenti iscritti all’Università e poi laureati ci relega come paese agli ultimi posti europei.

C'è stato quindi uno spostamento, che continuerà nei prossimi anni, da parte degli studenti in corsi di laurea tra l'altro storicamente molto difficili per gli studenti che in passato tendevano a preferire "percorsi" più facili. Io credo che anche i curricula giuridici si debbano e si possano innovare, come è accaduto e sta accadendo per quelli di ingegneria che per forza di cose devono inseguire continuamente il progresso tecnologico. Quello che dobbiamo quindi fare è anche fare aumentare il numero di studenti che si iscrive all’Università."

Mi dicono: "Allora abbiamo invertito la rotta?" Io rispondo: "Attenzione, stiamo parlando di corsi di Laurea. Quindi i primi laureati li vedremo (nella migliore delle ipotesi) tra tre anni e, quelli magistrali, tra cinque anni. Ed invertiremo veramente la rotta quando, ad esempio, non dovrà essere un ingegnere informatico a doversi occupare di aspetti giuridici dell’interazione uomo macchina, o di aspetti legati alla psicologia del lavoro trattando tematiche di ambienti lavorativi in cui convivono uomini e robot. E non dovrà essere solo un giurista ad occuparsi di temi legati alla protezione dei dati. Insomma, dobbiamo ancora cambiare un po’ di cose."

Mi dicono: "Allora cosa direbbe ai ragazzi che si iscrivono oggi all'università? di non iscriversi a giurisprudenza e di iscriversi ad ingegneria?" Io rispondo: "Se fossi scemo, risponderei così. Ma non essendolo ancora abbastanza la mia risposta è un'altra. Ed è quella che do sempre. Non solo oggi che si parla di questo boom. Cercate di capire cosa vi piace, cosa vorreste capire, cosa vorreste fare. E cercate di capire che strumenti vi servono per farlo. Non pensate solo ai lavori di oggi. Sarete sul mercato del lavoro per i prossimi 30/40 anni, un mercato che - se volete - non sarà solo quello locale e italiano. Sarà il mondo.

Quindi innanzitutto, guardate e cercate di capire. Spesso i ragazzi dicono di avere una passione o che piace qualcosa senza nemmeno avere capito bene cosa significa quella cosa. Sta a noi spiegarlo, per quello che possiamo, nel modo migliore possibile. Se oggi ingegneria cresce è anche perché Ingegneria è cambiata, è cambiato il ruolo dell'ingegnere ed è più chiaro cosa fa oggi."



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