Di sesso si parla. È sotto gli occhi di tutti ma specie i ragazzi ne sanno poco e male. La cosa peggiore che salta poi agli occhi è che anche chi dovrebbe spiegare loro come “maneggiare” la materia ne mastica pochissimo. Figuriamoci poi se si tocca la sfera della affettività e della relazione. Nessun cenno, se non qualche eccezione grazie alla buona volontà di qualche scuola che organizza corsi ad hoc.
Dal 25 al 29 settembre si è svolta la IV edizione della Settimana del Benessere Sessuale, iniziativa promossa dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica-FISS, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Salute, del Consiglio dei Ministri e degli Ordini dei Medici e degli Psicologi. Ogni anno in questo periodo nelle diverse regioni italiane i sessuologi che fanno riferimento alla FISS, offrono consulenze sessuologiche gratuite, organizzano convegni e seminari sulle tematiche della sessuologia e laddove possibile entrano nelle scuole per discutere di vari aspetti della sessualità.
Anche quest’anno abbiamo registrato un buon coinvolgimento dei colleghi ma soprattutto delle persone che a vario titolo, professionisti della salute o gente comune, hanno partecipato agli eventi.
Affrontare in modo scientifico i temi della sessualità è ancora oggi, nonostante il gran parlare di sesso, molto difficile. Sussistono ancora diversi tabù, che rendono difficili i tentativi che come Federazione cerchiamo di portare avanti. L’idea portante della Settimana del Benessere Sessuale è quella di sollecitare una attenzione alla promozione della salute sessuale, quindi non preoccuparci di intervenire solo quando il problema è conclamato, ma lavorare sugli stili di vita e di comportamento che possono aiutare a ridurre i fattori di rischio. Il fumo e l’alcol per esempio incidono in maniera sostanziale sulla funzione sessuale maschile e femminile, Il non utilizzo del condom durante un rapporto sessuale può esporci alla possibilità di una infezione sessualmente trasmessa e il mancato utilizzo del contraccettivo, quando non si vuole avere figli, può riservare spiacevoli sorprese. Questi sono solo esempi, che coinvolgono la popolazione in maniera trasversale, dagli adolescenti, che si pensa essere la popolazione meno informata, agli adulti che spesso ne sanno quanto gli adolescenti stessi.
Ma promuovere la salute sessuale significa anche pensare alla soddisfazione sessuale e non alla prestazione sessuale, significa muoversi in armonia con se stessi e con l’altro. Le ricerche scientifiche ci dicono che più spesso le donne non esprimono i loro desideri sessuali aderendo più facilmente a quelli del partner (in una coppia eterosessuale), gli uomini spesso rincorrono standard di prestazione irraggiungibili per esprimere la loro mascolinità, diminuiscono le IVG ma cresce il rischio di infezioni sessualmente trasmesse, la violenza di genere è un problema sempre più impellente: dobbiamo pensare seriamente ad introdurre nelle scuole un discorso educativo su affettività e sessualità per far iniziare a riflettere sul rispetto di sé e dell’altro nelle relazioni.
Dobbiamo aiutare le nuove generazioni a comprendere meglio il senso della sessualità, capire cosa si esprime attraverso la sessualità. E poi fornire anche conoscenze scientificamente corrette e sapere dove e a chi rivolgersi quando si ha un dubbio o un problema che riguarda questa sfera della vita. È vero l’educazione alla sessualità non si fa con le diapositive, come qualcuno ha detto recentemente, ma conoscere e riflettere, quindi educare, aiuta ad aumentare la consapevolezza, strumento fondamentale per poter imparare a scegliere.