La terapia genica non è una novità: può già curare

Oggi molte testate riportano la notizia della prima sperimentazione nell'uomo di una nuova tecnica di “editing genetico” volta a curare la sindrome di Hunter, una rara malattia metabolica. La notizia in sé è molto interessante, ma attenzione ai titoli fuori contesto. Il concetto alla base della news in questione - la terapia genica - in realtà è in fase di sperimentazione da anni e alcune malattie possono essere già curate. Ciò che è innovativo è il metodo con cui si cerca di farlo. Ma andiamo con ordine.
L’idea su cui si basa la cura di molte patologie genetiche è semplice: rimpiazzare il gene mutato con una copia perfettamente funzionante. Una strategia non più nuova, ottima sulla carta ma spesso di difficile realizzazione quando si passa dal modello animale all’uomo.
In generale la correzione può avvenire con diversi approcci, ma le modalità sono essenzialmente due. Una viene definita ex-vivo, l'altra in-vivo. La prima consiste nel prelievo delle cellule malate, nella loro trasformazione in laboratorio e nella successiva infusione all'interno del paziente. Utilizzando questo approccio già oggi alcune malattie possono essere curate. Un esempio è la leucodistrofia metacromatica, l'ADA-SCID o la sindrome di Wiskott-Aldrich, patologie trattate grazie ai pionieristici studi di dell'équipe di Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele-Telethon di Milano.
La seconda modalità, la più difficile, consiste nelle correzioni del difetto genetico direttamente nel corpo del paziente senza passare dalla trasformazione delle cellule in laboratorio. Questo approccio è in fase di sperimentazione da diversi anni e il caso del paziente con la sindrome di Hunter è solo l'ultimo di una lunga serie.
Indipendentemente che sia effettuata in-vivo o ex-vivo, oggi il grande lavoro degli scienziati è quello di sviluppare tecniche sempre più precise per correggere il Dna. Se sino ad oggi la strategia principe è rappresentata dall'inserzione dell'intero gene funzionante tramite l'utilizzo di un virus, ora grazie a tecniche quali Zinc Finger Nucleasi, Talen e CRISPR-Cas9 è tecnicamente possibile correggere il Dna originale.
Rispetto alla terapia genica classica, l’editing con queste tecniche consente di fare più cose. Può servire a controllare più finemente l’espressione del gene corretto, a distruggere i geni malfunzionanti e a convertire direttamente il gene difettoso in gene funzionante. La vera notizia è la modalità con cui avviene questa modifica in-vivo. Per la prima volta si è sperimenta in vivo la Zinc Finger Nucleasi. Per la cronaca, i risultati sulla sicurezza di tale pratica in primis e sulla buona riuscita della correzione del difetto saranno eventualmente visibili solo fra tre mesi.
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