Il cervello umano spiegato come se fosse una rete sociale
Come possiamo immaginare in modo facile le funzioni del cervello nella giornata che ne celebra il mistero, la complessita e il fascino

Oggi è la Giornata mondiale del cervello, l’occasione per celebrare l’organo umano più misterioso e complesso del corpo umano. Immaginate un palazzo con dentro tante famiglie che costituiscono un condominio, che fa parte di un quartiere, anch’esso parte di una cittadina, che è inserita in una regione, parte a sua volta di una nazione. Stiamo parlando, a livello sociologico, di individui e di assemblee di individui sempre più ampie, ma anche distribuite sul territorio.
Il nostro cervello assomiglia molto a questo tipo di architettura organizzativa.
Singoli neuroni, assemblee di neuroni (nuclei), moduli (tante assemblee dedicate ad una determinata funzione) etc. etc. La caratteristica fondamentale che accomuna queste due situazioni è quella della “connettività”. Le scale, l’ascensore, le strade, la ferrovia, le linee aeree, internet, i cellulari, la Tv e quant’altro per le comunità umane. Le sinapsi (alcune più “lente” nel trasmettere le informazioni, altre ‘come le sinapsi elettriche’ velocissime), le fibre di connessione all’interno di ciascuno degli emisferi di cui sono dotati il nostro cervello ed il cervelletto ed anche quelle che connettono questi emisferi tra di loro per farli lavorare assieme in piena sinergia funzionale.
La connettività cerebrale – oggi definita con il termine “connettoma”- può essere rappresentata appieno attraverso il concetto di “rete”. Analogamente, infatti, alla rete autostradale (con uscite e caselli), o alla rete ferroviaria (con le stazioni ed i passaggi a livello), o la rete aerea (con gli aeroporti) o la rete telefonica (con le centraline e le connessioni ai singoli utenti) anche il nostro cervello può essere rappresentato come un’intricatissima matrice di reti, ciascuna rete dotata di “nodi” (analoghi ai caselli o alle stazioni) e di connessioni più (autostrade) o meno (strade sterrate) forti e veloci.
Il bello viene adesso perché le reti del nostro cervello, a differenza della stragrande maggioranza degli esempi da me presentati per l’organizzazione umana, sono “dinamiche” cioè sono in grado di cambiare istantaneamente nelle loro caratteristiche topografiche e di connettività in funzione dell’esperienza, dell’apprendimento e del compito che si sta compiendo. E’ come se le strade si allargassero o si restringessero in funzione del flusso del traffico e che emanassero svincoli verso nuove città o paesi in funzione della richiesta dei Clienti. E che lo facessero con tempi dell’ordine dei millesimi di secondo!
Questa fase delle neuroscienze del terzo millennio si sta molto concentrando sullo studio del connettoma del cervello perché si ha la crescente sensazione che solo così si potrà penetrare appieno nei misteri che ancora avvolgono il rapporto tra la struttura cerebrale ed il comportamento umano, la formazione delle emozioni e dei ricordi, la capacità logico-deduttiva e di affrontare e risolvere i problemi, l’espressione del genio nella Scienza e nell’Arte. Capire e conoscere questi meccanismi ci permetterà inoltre di attuare strategie di contrasto più efficaci nei confronti di malattie neurologiche (Parkinson, Alzheimer, Epilessia etc.) e psichiatriche (Schizofrenia, Spettro Autistico, Disturbi dell’Umore etc.) che ancora oggi rappresentano tra le maggiori cause di disabilità e sofferenza di tante Persone in tutto il globo.
di Paolo Maria Rossini
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