Cosa può fare l'innovazione per garantirci in futuro l'accesso all'acqua 
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Cosa può fare l'innovazione per garantirci in futuro l'accesso all'acqua 

Cosa può fare l'innovazione per garantirci in futuro l'accesso all'acqua

 acqua potabile rubinetto (Agf)
 acqua potabile rubinetto (Agf)

L’acqua è uno dei principali settori dove occorre aumentare gli investimenti e dove la strategia dell’approccio interdisciplinare può dare i suoi risultati più concerti. Dopo i primi tre giorni di Critis2017, e soprattutto dopo il Workshop guidato da Angelo Facchini, dell’IMT e da Gabriele Oliva del Campus Biomedico dal titolo “Complex Water infrastructures and Sustainability”, ne sono sempre più convinto.

Intorno all’acqua e alla gestione delle risorse idriche ci sono infatti margini molto ampi di miglioramento e spazi enormi per introdurre e sperimentare innovazione. I segnali sono tanti e sono chiari.

In primo luogo dall’interesse dimostrato da Elena Gallo, dirigente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico, che con il suo intervento preciso e puntuale ha chiarito il ruolo dell’Autorità nei processi di innovazione delle utility, le società che forniscono i servizi. Sono però le storie che sono state raccontate in questi giorni di conferenza che hanno dato forma e sostanza a questa sensazione. Per esempio, al workshop, l’intervento di Giuseppe Sardu, presidente di Acque Spa, una delle più importanti utility dell’acqua della Toscana e del Paese, ha permesso di conoscere un progetto davvero molto interessante e innovativo.

Simulare i comportamenti degli utenti

Si tratta di un progetto che, ha spiegato Sardu, “guarda alla utilizzazione di sistemi complessi per la simulazione del comportamento della nostra rete e dei nostri operatori sulla rete reale. Questa simulazione ci può servire per dare indicazioni utili in futuro per un miglioramento delle nostre regole, del nostro lavoro della nostra capacità di intervento, la gestione degli uomini, della rete, dell’esperienza, dei materiali, e quindi portare ovviamente a un risparmio”.

Il caso (negativo) del Lago di Bracciano

Un altro caso davvero molto interessante, anche se in negativo, è quello presentato da Emanuele Perugini a proposito del lago di Bracciano e della crisi idrica che ha coinvolto anche Roma. A ben guardare anche in questa situazione si sono evidenziati margini di innovazione davvero molto interessanti in ogni ambito della filiera idrica: dai sistemi di monitoraggio delle risorse e dei dati ambientali, dalla modellazione dei bilanci idrici e dei flussi, fino al monitoraggio e alla gestione ottimale delle reti. Anzi è proprio in questo settore che è emerso un caso davvero significativo. Lo ha presentato un giovane ricercatore, Carlo Giudicianni, dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli di Aversa, che con questo suo progetto ha anche vinto il primo Premio tra gli Young Critis Award.

In pratica, sono riusciti a passare da una teoria bellissima, astratta, elegante, a una soluzione molto pratica e concreta: scegliere dove piazzare valvole saracinesche e rubinetti all’interno di una rete idrica. La cosa ancora più interessante è che questo progetto non è rimasto sulla carta ma è anche già stato implementato con “ottimi risultati in termini di costi e di miglioramento del servizio” nelle reti di Giuliano e di altri comuni dell’hinterland di Napoli.

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