Dai una passatina di gesso e poi colpisci col boccino l’unica palla da biliardo che hai sul tavolo; a seconda dell’angolo e dell’intensità con cui usi la stecca puoi prevedere ad occhio dove andrà a finire la palla colpita. Ma quando colpisci tutte e 15 le biglie per iniziare la partita, allora puoi provarci mille volte ed ogni volta finirai con una disposizione diversa ed imprevedibile. E’ la complessità, bellezza.
Cosa vuol dire complessità, per la scienza
“Complesso” nel linguaggio della Scienza vuol dire questo, non vuol dire difficile, complicato: vuol dire non lineare, così ricco di sfumature e di azioni/reazioni (feedbacks) che, alla fine, non riesci a capire come va a finire, se non per un breve periodo.
Tutte le cose intriganti sono “complesse”, la vita evoluta stessa lo è. Immaginatevi ora decine di miliardi di particelle che interagiscono tra loro sopra le vostre teste, e capirete perché prevedere qualcosa come il meteo per più di qualche giorno sia una operazione, di fatto, impossibile.
Anche se in teoria possiamo contare su delle equazioni in grado di ricostruirne l’evoluzione, anche se abbiamo i calcolatori più potenti mai visti sulla Terra, il risultato finale dipende da troppi fattori: piccole variazioni nelle condizioni atmosferiche che poi si amplificano, fronti d’aria che arrivano da regioni anche lontane, interazione con la vegetazione, scambi di energia con i ghiacci ed i mari, e via dicendo.
Perché sul meteo ci capiamo poco, nonostante i progressi
In realtà, ancora non abbiamo capito moltissimo, dei delicati rimpalli di energia tra i vari comparti del sistema climatico. Di certo è un mondo dove le piccole differenze possono tramutarsi in grandi effetti, non sempre prevedibili: anche questo vuol dire “complesso”.
In poco più di un secolo siamo riusciti a portare la concentrazione di CO2 in atmosfera dallo 0,3 permille ad oltre lo 0,4 permille. Poca roba, direte! E infatti chiunque prefigurava che per questo la temperatura media del Pianeta sarebbe aumentata di più di un grado, veniva considerato un pazzo scatenato. Eppure, così è andata. E’ la complessità.
Il ruolo fondamentale degli oceani
Allo stesso modo, oggi giorno molti scienziati ammoniscono: nel tamponare molti degli effetti non graditi dovuti ai cambiamenti climatici, il ruolo degli oceani è fondamentale. Ma è di fatto quasi ignorato, e i nostri mari non ce la fanno più. Innalzamento del livello marino, acidificazione, modifiche nel trasporto del calore, influenze sul clima, tempeste marine, sono alcune delle spie oramai perennemente accese su problemi che non riusciamo a prevedere nelle loro conseguenze globali, potenzialmente disastrose.
Sarebbe più furbo evitare di trattare con faciloneria sistemi complessi come quelli del meteo o del clima terrestre. Non è difficilissimo, basta cercare di far meno cose possibili a casaccio, ammettere di non avere in tasca la previsione del futuro, e cercare con umiltà di capire meglio come funzionano le cose. Solo così, forse, si potrà continuare ancora a lungo a far parte del giochino della complessità.