Quali sono le cause dei tumori. Tra ambiente, eredità e sfortuna

Uno studio ha dimostrato che il 66% delle mutazioni del cancro avvengono in maniera casuale. Il 29% ambiente. Il 5% da fattori ereditari

Quali sono le cause dei tumori. Tra ambiente, eredità e sfortuna

Mukherjee Siddhartha nel suo libro “L’imperatore del Male” (Oscar Mondadori) definisce il cancro un invasore. Meglio ancora, un colonizzatore fenomenale in parte perché sfrutta le caratteristiche che hanno portato al successo la nostra specie. Le cellule tumorali sono versioni più perfette di noi stessi.

Dobbiamo iniziare a considerare il cancro come una malattia del genoma. Non c’è tumore infatti che non sia legato a una qualche forma di anomalia del DNA: sia che ce le portiamo dietro fin dalla nascita, che invece le acquisiamo nel corso del tempo. Ci sono però anomalie e anomalie, e non tutte svolgono lo stesso ruolo ai fini della malignità o della capacità di progressione di un tumore. Ogni cancro è differente e ogni mutazione è differente. 

Alcune mutazioni sono definite “drivers” (autisti) e sono mutazioni importanti perchè conferiscono un vantaggio di crescita delle cellule tumorali e vengono positivamente selezionate nel microambiente del tessuto tumorale. Altre mutazioni, definite “passengers” (passeggeri) non conferiscono vantaggi di crescita e non contribuiscono in modo determinante allo sviluppo del cancro. La maggior parte di queste mutazioni si riscontrano all'interno delle cellule tumorali a causa di mutazioni somatiche che si verificano spesso durante le divisioni cellulari. 

Ma come originano le mutazioni?

In un recente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein dimostrano che  

  • il 66 per cento delle mutazioni riscontrate nel cancro insorgono in modo casuale durante le divisioni cellulari nei diversi organi e durante tutta la vita.
  • Il 29 per cento è dovuto a cause ambientali,
  • e soltanto il 5 per cento è ereditario nel senso che sono ereditati dai genitori attraverso le cellule germinali (cellula uovo e spermatozoo).

Questi risultati, hanno suscitato polemiche e talvolta confusione attribuendo ai tumori una origine casuale e quindi inevitabile e non prevenibile. Occorre però precisare che i ricercatori non hanno dimostrato quali e quanti tumori sono dovuti al caso, ma solo quale è la percentuale di mutazioni del Dna, che è dovuta ad errori nella sua duplicazione.  

I tassi di mutazioni variano nei diversi tumori. La maggior parte dei tipi di cancro hanno da 1.000 a 20.000 mutazioni diverse. I tumori cerebrali pediatrici e le leucemie hanno tipicamente il più basso numero di mutazioni, mentre i tumori indotti da esposizione ad agenti mutageni, come il cancro del polmone (tabacco) o tumori cutanei (raggi UV), presentano i tassi più alti. 

E’ proprio l’accumulo di queste lesioni non riparate nel tempo a causare la malattia indipendentemente se originano dal caso (sfortuna)  o dalla esposizione (fumo, radiazioni etc) che danno origine al cancro. Sarà quindi necessario disporre di tecniche come la biopsia liquida per mappare le mutazioni dei tumori, valutarne il numero, stabilirne l’origine. In questo modo sarà possibile monitorare le mutazioni, avviare programmi di prevenzione, stabilire esami più approfonditi o decidere terapie adeguate. 

Mukherjee nel suo libro, afferma: "Non una singola cura universale è in vista e non è probabile che vi sia, la guerra contro il cancro potrebbe essere meglio 'vinta', ridefinendo la vittoria" . Per ridefinire una vittoria c’è bisogno solo di conoscere. La conoscenza si ottiene solo con la ricerca.