È l’ennesimo segno dei tempi matti in cui viviamo. Il video più impopolare della storia di YouTube è un video fatto da YouTube stessa che, come è noto, è la principale piattaforma per distribuire video degli utenti e ne produce di suo pochissimi.
Per dare una idea di cosa stiamo parlando: ogni minuto su YouTube gli utenti caricano circa 400 ore di video. Bene, YouTube, che dal 2006 è di proprietà di Google, il 6 dicembre ha caricato un suo video di otto minuti e tredici secondi. Si tratta di una clip molto curata, e molto costosa, per la quale sono state ingaggiate alcune star di Hollywood a cominciare da Will Smith. Il video fa parte di una serie iniziata nel 2010, Rewind, che ogni anno prova a raccontare che è successo su quello che è da tempo il secondo sito web più frequentato del mondo.
Per il 2018 l’idea era di fare una cosa particolarmente bella non limitarsi ad un semplice montaggio dei video più popolari dell’anno, ma una specie di storia a più voci per giocare con i trend e le mode, tipo i balli alla Fortnite. Il risultato finale è molto carino, eppure nella prima settimana aveva già totalizzato i dieci milioni di dislike, non mi piace. Oggi viaggia sopra la quota record di tredici milioni, tre milioni in più di quello che per otto lunghi anni ha detenuto lo scettro di video più impopolare della rete, Baby interpretato da Justin Bieber. Ma nel caso di Baby i like e i dislike erano divisi a metà, dieci milioni ciascuno. Nel caso del video di YouTube quasi nove utenti su dieci dopo averlo visto hanno cliccato sul pulsante del pollice verso.
Può sembrare una cosa marginale e invece è un segnale importante per capire il nostro tempo. Il video dell’anno di YouTube che diventa il video più impopolare della storia di YouTube è come se su Google la cosa più cercata fosse “Google è cattiva?”, è come se Mark Zuckerberg non avesse amici su Facebook. È il mondo al contrario, oppure è esattamente il mondo in cui viviamo.
Quello della rivolta contro le elite. Infatti se il video di YouTube ha suscitato una reazione così negativa è perché hanno scelto di raccontare l’anno attraverso le celebrities, in politica le chiameremmo la casta, dimenticando gli youtubers, cioè quelli che passano l’anno a fare video amatoriali per YouTube riscuotendo anche un certo successo (in politica li chiameremmo il popolo). Un tempo avrebbero applaudito le star, oggi dicono “le star siamo noi”. È YouTube al tempo dei populisti.