Steven Spielberg, uno dei più grandi registi viventi (quattro premi Oscar, diciotto nomination) sta scrivendo una serie horror. Non uso l’espressione serie tv, perché non si potrà guardare in tv, ma solo sul telefonino. Inoltre non si potrà vedere di giorno, ma solo di notte, immagino per aumentare la sensazione di paura. La notizia sposta la frontiera di quello che una volta erano televisione e cinema e che adesso è solo “intrattenimento video”.
E visto che lo schermo che ci portiamo sempre dietro è quello dello smartphone, era inevitabile che nascesse un filone di produzioni dedicate al piccolissimo schermo che abbiamo in tasca. Intendiamoci, già adesso molti ragazzi preferiscono guardare le serie tv di Netflix nell’intimità del proprio smartphone piuttosto che sul maxi televisore di infiniti pollici dei genitori. E lo stesso vale le le mille puntate di Game of Thrones trasmesse anche dalla app Sky Go.
Ma finora si trattava di programmi nati per il cinema o la tv che venivano visti sullo smartphone. Invece il 6 aprile 2020 parte la programmazione di Quibi, che sta per “quick bites”, una nuova casa di produzione che punta a realizzare e distribuire contenuti di altissima qualità solo per il telefonino. E quindi più brevi. Nel caso di Spielberg per esempio i 10/12 episodi saranno lunghi massimo 10 minuti ciascuno, un tempo calibrato su uno spettatore giovane, dinamico, curioso e con una soglia di attenzione bassa.
Dietro Quibi ci sono due numeri uno che per certi versi rappresentano il matrimonio fra Hollywood e la Silicon Valley: uno è Jeffrey Katzenberg, che dopo aver guidato la Disney, ha fondato la Dreamworks proprio con Spielberg; l’altra è Meg Whitman che ha guidato prima Ebay e poi Hewlett Packard, raro esempio di donna alla testa di colossi tecnologici.
I due hanno raccolto due miliardi di dollari per realizzare la piattaforma e produrre circa 7000 video d’autore all’anno. Brevi. Il modello, ha spiegato Katzenberg, è il Codice da Vinci di Dan Brown. Un librone di quasi 500 pagine ma fatto di capitoli brevissimi, che puoi leggere mentre aspetti la metro. Considerata la difficoltà a concentrarsi che vedo in giro, credo che avrà successo.