Mentre noi stiamo lì a pontificare su Facebook, i nostri figli impazziscono per Zepeto. Dopo Instagram e Snapchat è la nuova frontiera social degli adolescenti. In questo momento nel mondo è la app più scaricata solo in Italia, ma negli Stati Uniti e in Gran Bretagna è accaduto a fine novembre, in Francia e Germania ha fatto il botto a dicembre: era solo questione di tempo. Del resto non ha una versione italiana: è in inglese, giapponese e coreano.
L’ha sviluppata una azienda dalla Corea del Sud, Snow, riesumando il mondo com’era prima di Facebook: vi ricordate Second Life, il mondo virtuale dove entravamo venti anni fa assumendo sembianze a piacere? Zepeto è anche questo, solo che tutto parte da un generatore di avatar che crea un nostro cartone animato da un selfie. Siamo noi in versione manga, più o meno. E lì inizia il gioco, perché il tua avatar puoi modificarlo e vestirlo come ti pare (a pagamento); e andare a spasso e interagire con gli altri in una città di cartoni animati.
La classifica di App Annie che mostra la posizione di Zepeto tra le app più scaricate in alcuni Paesi.
La differenza con Facebook, ma anche con Instagram e Snapchat, è abissale. Su Facebook siamo noi stessi con la nostra storia e il nostro esibizionismo intellettuale; su Instagram, siamo noi stessi con le nostre foto migliori, belli e felici; su Snapchat i nostri selfie sono rese giocosi da mille sticker colorati. Su Zepeto siamo chi ci pare.
È pericoloso?, mi ha chiesto mia figlia. Mi sono informato. Zepeto condivide tutte le tue informazioni, compreso il numero di telefono con alcune società a fini commerciali e le informazioni sulla privacy sono scritte in coreano, il che non è esattamente rassicurante. Ma la voce per cui condivide anche la nostra posizione si è rivelata falsa.
Certo, stai su un social network in cui incontri qualcuno che può facilmente aver mentito su età e sesso, ma questo può capitare anche sugli altri. Durerà? Vedremo. Mi ha colpito scoprire che la società che lo ha sviluppato, Snow, un anno fa ha incassato 50 milioni di dollari da due grossi investitori (Softbank e Sequoia China); e che nel 2016, quando Zepeto ancora non c’era ma c’era solo una una app per chattare e scambiarsi stickers, Mark Zuckerberg ha telefonato al fondatore di Snow, Hae-Jin Lee, per comprarsi tutto. La risposta fu no. Quel no potrebbe cambiare la nostra storia social.