Quando si parla di innovazione e tecnologia, il ritardo dell’Europa storicamente è stato imbarazzante. Per fare un esempio, il primo personal computer nasce in Italia, allo Olivetti nel 1965: non se ne accorge nessuno e la Silicon Valley ci ha costruito diverse multinazionali sopra. E mentre negli anni ‘80 dagli Stati Uniti Vint Cerf e Bob Kahn diffondevano il protocollo di quello che sarebbe diventata Internet, la grande rete del mondo, in Europa plotoni di burocrati letteralmente buttavano soldi e tempo per costruire una rete alternativa, di cui oggi quasi nessuno ricorda neppure il nome: OSI. Il costo di questi errori lo paghiamo tutti, perché chi vince nel campo dell’innovazione domina il mercato e accumula ricchezza. E a noi ci resta la speranza che quanto meno paghino le tasse dovute: ma la web tax è un rimedio doveroso, non una strategia per vincere.
Tutta questa premessa per dirvi che lo stesso schema sta per ripetersi sull’auto che si guida da sola. Qualche giorno fa in California è stata proposta una norma che apre le strade ad auto senza pilota dal giugno 2018, fra meno di nove mesi. In California già ci sono 42 aziende che testano i loro 285 veicoli a guida autonoma: la differenza è che adesso si passa dai test alla vita reale. La California non è il primo stato americano ad accelerare su questo fronte: Florida, Nevada e Michigan sono partiti e lo stesso è accaduto a Singapore, Shanghai e Tokyo. Le ragioni sono diverse: la prima è che su 33 mila morti per incidenti stradali negli Stati Uniti, il 94 per cento è dovuto ad errori umani, che con la guida di un computer sarebbero azzerati. La seconda è che si tratta di un mercato che fa gola a tanti e quasi tutte le case automobilistiche lanceranno auto a guida autonoma entro il 2022.
In tutto ciò l’Europa non esiste: c’è stato qualche test in un sobborgo di Helsinki, in una cittadina svizzera, su dei bus di periferia norvegesi e in primavera una casa automobilistica giapponese ha fatto fare un giro senza pilota ad una macchina a Londra. Poca roba, folklore. I problemi sono due: il primo è legislativo, mancano le norme. Il secondo è tecnologico: un’auto senza pilota funziona perché riceve e trasmette informazioni con una rete Internet ad alta velocità. In Italia insomma, non potrebbero girare. Del tema a Bruxelles se ne parla come di una cosa che un giorno verrà. Ma quel giorno è arrivato.