Come sta cambiando Airbnb
Affittare le camere in 191 paesi non basta più. Il giro del mondo in 80 giorni (che costa 5000 dollari a persona donati al Malala Fund) serve a lanciare la nuova linea di prodotti Adventures. E segnala una nuova strategia fatta attraverso l'acquisizione di una ventina di startup per occupare tutte le nicchie del mercato e diventare la piattaforma unica per chi vuole viaggiare

Giuro che se potessi partirei. Il 1 settembre. Per rifare il celebre giro del mondo in 80 giorni, quello del romanzo di Giulio Verne. Da Londra a Londra in dodici settimane passando per l’Uzbekistan, l’Egitto, l’Etiopia, e poi il Nepal, la Cina e l’Australia, il Giappone, l’Ecuador e il Cile, per finire in Islanda. Sulle orme di Philleas Fogg e del suo mitico assistente Passepartout. Il costo? 5000 dollari che vanno dritti alla fondazione del premio della Pace Malala.
L’ho riletto da poco a mio figlio, quel romanzo, e me ne sono di nuovo innamorato. Scelta perfetta per costringerci a parlare della nuova missione di Airbnb. Si chiama Airbnb Adventures e promette di organizzare non viaggi, ma imprese ed esperienze memorabili. Per questo giro del mondo ha scelto un partner come MT Sobek, che da 50 anni esatti fa questo mestiere. Ma quello che è più interessante notare è la trasformazione in corso di Airbnb. Il motivo per cui il giro del mondo in 80 giorni è parte di una nuova strategia.
Nata ormai undici anni fa mettendo tre materassi ad aria nel salotto della casa di San Francisco di cui due studenti non potevano pagare l’affitto, è diventata una società valutata oltre 30 miliardi di dollari grazie al fatto di essere la piattaforma con cui le persone nel mondo (191 paesi) si affittano casa, o una stanza, per brevi periodi. Ma il fondatore, Brian Chesky, 37 anni e quasi 4 miliardi di dollari di patrimonio personale, da qualche anno sta provando a fare di Airbnb molto di più: il nostro social network per viaggiare. Più degli annunci lo dimostra la strategia con cui Airbnb in questi anni ha acquistato ben venti startup (qui l’elenco completo) con l’obiettivo di presidiare importanti nicchie di mercato. L’ultima, tre mesi fa, è stata Hotel Tonight, che domina il settore delle prenotazioni last minute degli alberghi anche ad ore; a gennaio era toccato ai danesi di Gaest che controllavano il business degli spazi per eventi di lavoro. Il mese precedente ai francesi di Luckey, specializzati nella gestione di affitti brevi, e prima ancora agli inglesi di Accomable, che si occupano di viaggi per disabili, e Luxury Retreats, su cui gravitano alcune delle ville più belle del mondo. Senza contare gli investimenti come quello appena fatto nella più grande catena di hotel indiana, Oyo.
Non serve citarli per capire cosa sta accadendo. Esattamente come Facebook, che sta per lanciare una moneta per i suoi due miliardi di utenti, e Google che ha da tempo aggiunto al motore di ricerca infiniti servizi a partire dalla mail, Airbnb ha capito che i sei milioni di annunci di case e stanze rinnovati ogni giorno sono solo l’inizio, la base: sono la piattaforma su cui innestare tutte le nostre esigenze di viaggio. Compreso il giro del mondo in 80 giorni.
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