Cosa potrebbe cambiare nel centrodestra se Musumeci dovesse vincere in Sicilia

Tra Berlusconi, Salvini e Meloni un accordo per le politiche è ancora tutto da costruire. Ma le prime risposte ci sarebbero

Cosa potrebbe cambiare nel centrodestra se Musumeci dovesse vincere in Sicilia

Non è previsto alcun incontro dopo il voto di oggi in Sicilia. Un vertice – ha fatto sapere Salvini secondo quanto si apprende – ci sarà quando sarà chiara la data del voto e quando si scioglieranno le Camere. Berlusconi, Meloni e Salvini avranno anche siglato il cosiddetto ‘patto dell’arancino’ ma l’intesa in vista delle Politiche è ancora da costruire. Il clima alla ‘trattoria del Cavaliere’ a Catania era assolutamente positivo, tanto che l’ex premier avrebbe parlato al telefono anche con la compagna del segretario del Carroccio, Elisa Isoardi. Battute, comunanza di vedute sul momento no del Milan, ma l’alleanza dopo il 5 novembre dovrà essere siglata su un’intesa sui programmi e il leader del partito di via Bellerio, riferiscono i suoi, chiederà a Berlusconi convergenze sulla legge Fornero, sull’Europa, sull’immigrazione piuttosto che sui ministeri. 

Accordo su base nazionale tutto ancora da definire

Naturalmente le elezioni di oggi rappresentano uno snodo importante. Berlusconi è intenzionato in caso di vittoria a far pesare il suo apporto a suo dire decisivo, il fatto di aver raccolto un grande entusiasmo sull’isola. E a ribadire il ruolo fondamentale di Forza Italia che rappresenta il ‘trait d’union’ tra le varie anime del centrodestra. Prudenza e nervi saldi ma l’unità è un fattore decisivo anche per le Politiche, è il messaggio che il Cavaliere ha inviato agli alleati, convinto che alle Politiche occorrerà riproporre lo stesso schema di gioco: una coalizione già ben assortita, con FI da traino e Lega e Fdi protagonisti, ma con dentro anche i centristi su cui l’ex presidente del Consiglio punta molto non solo nella partita di domani. La prospettiva immaginata dal Cavaliere è quella di una divisione equa dei collegi maggioritari con il partito di via Bellerio, una ‘sfida’ sul proporzionale, ma sempre puntando su una linea moderata e sull’apporto dell’Udc. Da parte di Salvini non c’è alcun paletto pregiudiziale nei confronti di Cesa e degli altri protagonisti della ‘quarta gamba’ del centrodestra (il veto su Alfano resta), ma non si accetteranno – viene riferito – condizionamenti sui programmi. 

Ma il voto di oggi per Salvini potrebbe inviare al Paese un altro messaggio da non sottovalutare. Finora Berlusconi ha fatto della battaglia anti-M5s un suo cavallo di battaglia, non così la Lega che ha anzi aperto al dialogo con i pentastellati. Nell'eventualità di un successo dei Cinquestelle, sottolineano fonti leghiste, occorrerà cambiare modo di approccio alla campagna elettorale. Niente demonizzazione di quell’elettorato, anzi bisognerà aprire ad alcune loro istanze, come la richiesta di un ricambio della classe dirigente o la necessità di avere una linea anti-sistema e anti-inciuci e più dura nei confronti dell’Europa, dei costi della politica e sull’immigrazione.

Risolto il nodo della leadership?

Il voto in Sicilia quindi può aprire scenari diversi nel campo del centrodestra e rappresentare - è la posizione comune dei leader - un'autostrada per una vittoria alle Politiche. Il tema della leadership è stato risolto con la postilla secondo la quale chi ottiene più voti indica il candidato premier a palazzo Chigi. Salvini promette di fare campagne elettorale ‘pancia a terra’ a contatto con la gente ed è intenzionato a parlare ancora di più con l’elettorato M5s e a sottolineare la necessità di chiudere subito le porte ad una prospettiva di governo FI-Pd. Berlusconi, invece, ritiene – riferiscono ancora oggi i suoi – che il centrodestra dovrà essere alternativo al Movimento 5 stelle, puntando su una linea moderata e sull’esperienza di uomini capaci di governare. L’ex premier non ha intenzione di prestarsi al gioco dei confronti tv: con i fedelissimi ha osservato che Renzi e Di Maio non hanno preso neanche la metà dei voti di quanti ne abbia presi lui. A puntare molto sul voto di oggi è anche Giorgia Meloni che è stata la prima ad insistere su Nello Musumeci. Proprio per questo motivo la presidente di Fdi si gioca molto, convinta che la scommessa fatta possa risultare vincente.

 



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