Rimpasto e caso Garavaglia. Cosa c'è sul tavolo della Lega

C'è la casella delle politiche comunitarie da riempire ma calano le quotazioni di Borghi e Bagnai. E presto potrebbe scoppiare il caso del viceministro leghista dell'Economia, che rischia una condanna

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"Alberto Bagnai e Claudio Borghi vogliono restare a fare i presidenti di commissione, non ambiscono ad altro". In questi giorni i 'big' della Lega vengono accostati a poltrone di governo ma qualificate fonti parlamentari del partito di via Bellerio smontano le ipotesi circolate in questi giorni. È vero che c'è la casella delle Politiche comunitarie da riempire ma l'operazione rimpasto è in stand by.

Dalla Lega ribadiscono che non è un tema all'ordine del giorno. Il presidente della Commissione Finanze del Senato non dovrebbe rientrare nella partita mentre risalgono le quotazioni del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, che potrebbe però anche essere 'dirottato' a Bruxelles nel ruolo di commissario Europeo. Nella rosa dei nomi c'è sempre anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti: "Faccio quello che serve, la mia storia è questa qua. Io non sono quello che comanda: quello che mi chiedono, faccio", ha detto il diretto interessato.

Bagnai? "Non sono stati avanzati nomi e al momento non commento il Fantacalcio. L'unica certezza - ha osservato Salvini - è che a breve si vada a riempire la casellina del ministero delle Politiche comunitarie, visto che sta nascendo la nuova Europa, non è questione di ore, ma il nome arriverà alla fine di un percorso che condivideremo con presidente del Consiglio e il vicepresidente Di Maio". 

Garavaglia potrebbe non finire come Siri e Rixi

Ma nel governo potrebbe scoppiare una nuova grana, qualora dovesse essere condannato il viceministro Massimo Garavaglia nel mirino della Corte dei conti per la vendita di Palazzo Beretta a Milano, quando era assessore lombardo all'Economia. Chi ha sentito l'esponente della Lega riferisce della sua preoccupazione per la sentenza attesa per giovedì in tarda mattinata.

Per il momento la linea del Movimento 5 stelle è stata sempre la stessa: sia su Armando Siri che su Edoardo Rixi i pentastellati - a partire da Luigi Di Maio - sono stati netti nel chiedere le loro dimissioni. Ma Garavaglia occupa una casella delicata al ministero dell'Economia. Chiedere un suo passo indietro potrebbe mettere il governo di nuovo in fibrillazione, ecco perché c'è chi nel partito di via Bellerio ipotizza un atteggiamento più morbido del Movimento. 

Commissariamento per le leghe regionali?

Venerdì intanto Salvini ha convocato il Consiglio federale. In origine la riunione avrebbe dovuto tenersi per lunedì scorso. All'ordine del giorno l'approvazione del bilancio del 2018 e l'analisi dell'esito delle europee e delle amministrative. È naturale che i big della Lega discuteranno anche come preparare sia le prossime battaglie - a partire dalle regionali emiliano-romagnole in programma in autunno - sia la manifestazione di Pontida, a settembre. Ma nella riunione il segretario del partito di via Bellerio potrebbe cominciare a discutere anche della nuova struttura della Lega, con le ipotesi di commissariamento delle 'Leghe regionali, già emerse in passato, e dare il via al tesseramento del 2019.

"Ci sarà una sorta di fusione tra la Lega nord e 'Lega Salvini premier", sottolinea una fonte parlamentare. Dovrebbe ripartire a breve la nuova fase del tesseramento e occorrerà - spiegano le stesse fonti - anche dare un segnale di discontinuità rispetto alla vecchia gestione, pure per evitare eventuali nuove fibrillazioni. In ballo anche l'ipotesi di una nomina - anche di questo si era vociferato nei giorni scorsi - del coordinatore dei Giovani della Lega Crippa a vice segretario federale.



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