Potrebbe sembrare una riedizione di 'Una poltrona per due' e invece è la corsa che porta allo scranno più alto di Montecitorio. Con qualche risata in meno del film interpretato da Dan Aykroyd ed Eddie Murphy, sugli schermi della politica italiana sembra che stia scorrendo una pellicola che racconta la storia di come da venerdì si sceglierà il nuovo presidente della Camera.
Proseguono infatti le trattative, prese in mano soprattutto dai due primi classificati alle elezioni del 4 marzo, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, per dare una guida alle due Camere. Lega e M5s hanno avanzato la loro candidatura, ma oltre alla difficoltà a trovare i numeri e alle frizioni che si stanno verificando all'interno della coalizione di centrodestra, c'è un nodo che prevale su tutti, almeno per ora. Entrambi i partiti, infatti, preferirebbero avere la guida di Montecitorio.
All'indomani delle elezioni Salvini e Di Maio hanno spiegato che le due presidenze sarebbero dovute andare a chi aveva avuto i risultati migliori, a chi era stato premiato dagli italiani. Ma sembra che palazzo Madama non sia in cima ai sogni di nessuno. Per ora il M5s ha azzoppato le speranze di Forza Italia di portare un suo uomo, Paolo Romani, alla guida del Senato.
Ma quella poltrona non sembra fare troppa gola nemmeno alla Lega. Anche perché, a parte lo stesso Salvini, gli uomini forti del Carroccio siedono a Montecitorio, a cominciare dal numero due del partito, Giancarlo Giorgetti. Ma la presidenza della Camera è stata rivendicata con forza da Di Maio, che ha più volte avanzato la candidatura di un uomo del M5s (si parla sia di Riccardo Fraccaro che della new entry Emilio Carelli).
Nonostante la forte presenza di leader al Senato, infatti, dal segretario leghista a Matteo Renzi, la Camera bassa resta quella in cui è più facile avviare proposte di legge e raggiungere intese, ma anche fare ostruzionismo. E averne la guida può aiutare a evitare che le leggi siano bloccate per mesi.
Mentre ancora non si capisce quale potrà essere il nuovo governo del Paese, dunque, i due trionfatori delle elezioni cercano di vincere la prima partita sul tappeto, la presidenza delle Camere e, soprattutto, della Camera. Anche perché sarà proprio questa l'assemblea che voterà per prima la fiducia al prossimo governo e da lì potrebbe partire l'esame della legge elettorale che sia Lega che M5s hanno in animo di cambiare.
Entro sabato, però, il nodo si dovrà sciogliere perché palazzo Madama eleggerà il suo presidente al massimo in quattro votazioni. E quasi certamente chi avrà vinto quella corsa, avrà perso l'altra, quella che fa battere il cuore a tutti, di Montecitorio.