Un 2018 di dialogo per una politica che ascolti i giovani

18 anni, maker, liceale e campione digitale

Un 2018 di dialogo per una politica che ascolti i giovani

Mi auguro che nel 2018 la politica cominci ad approcciare i problemi e a progettare il futuro del Paese partendo da chi sarà protagonista del futuro, ossia noi giovani.

Vorrei che il prossimo Governo aprisse un dialogo e un confronto vero con noi, chiamandoci ai tavoli di lavoro, per chiederci il nostro punto di vista, per metterci alla prova nell’ipotizzare soluzioni, nel dare idee. Trovo strano che si possa pensare di affrontare il futuro impiegando “una cassetta degli attrezzi” che appartiene al passato: è come se volessimo aggiustare il computer con un martello.

E’ vero che noi non abbiamo esperienza. Abbiamo, però, un modo diverso di affrontare la realtà e i problemi. Perfino Einstein diceva: “Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero usato quando li abbiamo creati”. Credo che i driver del 2018 debbano essere la sharing economy, le criptomonete, l’internet of things, la meritocrazia e l’attivazione di processi partecipativi spinti. Non possiamo pensare che il futuro venga immaginato e progettato da poche persone che hanno trascorso la maggior parte della loro esistenza in un mondo in cui internet non esisteva e che hanno paura dei cambiamenti.

Inoltre la complessità della realtà in cui viviamo è tale per cui è illusorio credere che pochi possano trovare le giuste soluzioni. E’ facile, infatti, che i problemi vengano scomposti e semplificati per poterli “aggredire”, affrontare, ma è fondamentale che non vengano banalizzati e liquidati con qualche slogan o richiamando qualche vecchia norma.

Mi ritengo fortunato ad essere nato in questa epoca storica e in questa parte di mondo, perché ho a disposizione conoscenze e mezzi per trasformare questo nostro pianeta in un posto davvero bello per tutti.



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