Sono circa 5.000 i volontari e volontarie di oltre 750 sezioni nazionali coinvolti in tutta Italia nella campagna di comunicazione nazionale “Io non rischio – Buone pratiche di protezione civile”, che lo scorso 14 ottobre erano presenti in molte piazze italiane per informare e sensibilizzare i cittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione, sul maremoto e sui relativi sistemi di allertamento. La campagna, giunta alla VII edizione, è particolarmente sentita per essere quella dopo il terremoto che lo scorso anno colpì il centro Italia. La campagna è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile e l’ISPRA ne è da sempre partner scientifico.
L’attività dell’ISPRA nell’ambito della tutela del suolo è da sempre quella di raccolta, elaborazione e diffusione dei dati in materia di difesa del suolo e dissesto idrogeologico riferita all'intero territorio nazionale, di realizzazione dell'aggiornamento dell'Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI) in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome, e di produzione di “mosaicature” nazionali delle aree a pericolosità da frana, dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e delle aree a pericolosità idraulica.
Cittadini in prima linea sulla prevenzione
Grazie a campagne come questa, il cittadino diventa protagonista e parte attiva delle attività di prevenzione sul territorio, come ha ricordato Angelo Borrelli, il Capo Dipartimento della Protezione Civile nel corso della conferenza stampa di presentazione: “Il cittadino è allo stesso tempo attore e beneficiario ed ha per questo diritti e doveri. Da parte nostra, ci siamo impegnati al massimo per rendere intellegibili i sistemi di allertamento alla popolazione”. Sono state infatti distribuite in tutte le piazze che hanno ospitato l’iniziativa, brochures esplicative contenenti semplici ma efficaci indicazioni su come difendersi in caso di sisma o alluvione. Esistono (o dovrebbero esistere in tutti i Comuni) i Piani di Emergenza, per sapere quali sono le aree alluvionabili, le vie di fuga e le aree sicure della propria città. Se il Piano ancora non esiste, il cittadino può e deve sollecitare la propria Amministrazione Comunale affinché venga predisposto, così da sapere come comportarsi nei casi previsti. “Campagne come questa devono percorrere due vie, perché non ci sia un black out tra le Amministrazioni locali ed i cittadini; fornire elementi di conoscenza ai primi che dovranno poi riportarli alla popolazione. Solo così un cittadino potrà essere costantemente informato”, ha affermato Claudio Campobasso, Capo Dipartimento del Servizio Geologico d’Italia dell’ISPRA.
L’Italia è un Paese particolarmente esposto al rischio idrogeologico e ce lo confermano i dati pubblicati proprio dall’ISPRA nel 2015 nel Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia: oltre 600.000 le frane, il 7,9% del territorio nazionale è interessato da aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (23.929 km2) e l’8,1% (24.411 km2) da aree a pericolosità idraulica media che possono essere inondate con tempo di ritorno fra 100 e 200 anni. Supera i 7 milioni il numero degli abitanti residenti in aree a rischio frane e alluvioni (12% del totale), dei quali oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e quasi 6 milioni in zone a pericolosità idraulica media.
Siamo un Paese esposto alle valanghe
Purtroppo non sono solo frane ed alluvioni a colpire il nostro Paese: anche le valanghe e l’erosione costiera rappresentano un problema non da poco per il nostro territorio. Sono quasi 24.000 i siti a rischio valanga situati in gran parte nell’arco alpino e, per il centro-sud, in Abruzzo e Marche. Proprio in occasione dell’emergenza della valanga di Rigopiano dello scorso 18 gennaio, il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha fornito il proprio supporto tecnico-scientifico alle strutture deputate a sostenere l’emergenza.
A tutto questo aggiungiamo che, sempre secondo i dati ISPRA, il consumo di suolo, dovuto alla progressiva espansione delle infrastrutture e delle aree urbanizzate, in particolare di quelle a bassa densità, riguarda più di 21mila km2 del nostro territorio e che il costo annuale che gli italiani potrebbero pagare dal 2016 in poi per fronteggiare le conseguenze del consumo di suolo di soli 3 anni (2012-2015), secondo le stime di ISPRA, arriva anche a superare gli 800 milioni di Euro.
La prevenzione importante come la gestione dell'emergenza
Appare fondamentale quindi non solo gestire l’emergenza e non lasciarsi trovare impreparati, ma soprattutto prevenire. Come possono essere ridotte tali esposizioni, perché ognuno possa veramente affermare “io non rischio”? Sicuramente informando, portando a conoscenza del problema, delle possibili conseguenze perché la consapevolezza del rischio è alla base di ogni forma di prevenzione, e con l’adozione di semplici accorgimenti, collettivi ed individuali, perché l’esperienza insegna che il sistema più efficace per difendersi da un rischio è conoscerlo. “Occorre fornire elementi di conoscenza, consapevolezza e buone pratiche: se conosciamo le leggi della natura, siamo in grado di obbedirle e non di subirne i danni”, ha detto il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni che ha ribadito la necessità di investire maggiormente nella ricerca, perché conoscenza e consapevolezza del rischio sono alla base di ogni forma di prevenzione.
Il sito ufficiale della campagna è www.iononrischio.it dove è possibile trovare i materiali promozionali della dell’iniziativa e scoprire cosa sapere e cosa fare per proteggersi dai rischi naturali.
Cristina Pacciani