n Florida un ragazzo di 19 anni, allontanato dalla scuola per problemi comportamentali e perché considerato un adolescente difficile, munito di maschera antigas, granate e fucile, si è introdotto nel liceo da cui era stato espulso e impugnando un fucile semi-automatico Ar-15 acquistabile serenamente in rete, ha aperto il fuoco nei corridoi e nelle aule della scuola seminando terrore, panico e morte per un’interminabile ora. 17 sono i morti accertati, 16 ragazzi e un professore, e decine i feriti che sono stati trasportati in ospedale. Successivamente si è allontano ma è stato catturato dalle forze dell’ordine a pochi chilometri di distanza senza opporre resistenza.
Una strage annunciata
Questo ragazzo girava armato da tempo, metteva sui social immagini di armi, di violenza sugli animali, era stato allontanato dalla scuola per i suoi comportamenti violenti, stalkerizzava una compagna e tutti pensavano potesse avere reazioni esagerate. Da tutti era considerato un potenziale pericolo.
Si portava dentro una compressione tale da non riuscire più a gestirla. Ha sparato a tutto ciò che per lui rappresentava il problema e che secondo lui ha causato il danno. In questi casi non si può parlare di un raptus, perché quando si arriva a commettere queste stragi significa che c’è un accumulo di fattori stressanti che hanno creato una distorsione della realtà.
In questi casi non si agisce in preda al caso o all’impulso, c’è una ricerca di un obiettivo specifico, conosceva bene il territorio in cui si muoveva, era al corrente delle mosse che avrebbero fatto, li ha fatti mettere in gabbia per poi ucciderne il maggior numero possibile. L’idea è maturata da tanto tempo, avrà passato una fase della vita a progettare la strage per passare secondo la sua testa malata da vittima a carnefice.
La sua rabbia nel corso del tempo si è tramutata in follia omicida. Ha cercato di uscire da una condizione di impotenza, inducendo il terrore, anche se questo significa dominare illusoriamente, perché si è nascosto dietro un’arma. Una vendetta finita in strage annunciata. Per i compagni, per la scuola, per le famiglie un trauma profondo da elaborare.
Si potrà mai superare un trama del genere?
Per i compagni, per la scuola, per le famiglie si tratta di un trauma profondissimo da elaborare e impossibile da cancellare. Infatti, chi vive questo tipo di eventi di vita traumatici deve assolutamente elaborare ciò che ha vissuto in prima persona, dove ha fatto i conti con il terrore di perdere la vita in un assalto, la morte di amici e di compagni di classe, facendo i conti con la paura di essere assaliti da un momento all'altro, perdendo la fiducia nelle relazioni e vivendo costantemente in uno stato di allerta. Si ha difficoltà a sentirsi tutelati, c’è il rischio di non sentirsi più protetti dopo essere stati invasi e violati in un luogo dove non ti aspetti possa diventare un luogo di morte.