Attualmente un cittadino degli Stati Uniti consuma energia come 2 europei, 3 cinesi, 10 indiani o 100 sud-sudanesi. Questa forte disparità è aggravata dal fatto che i Paesi che consumano meno sono di gran lunga i più popolati. Inoltre secondo le previsioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nei prossimi trent’anni dovranno avere accesso all’energia altri 2,5 miliardi di persone.
In questa situazione appare chiaro che non sarà possibile far vivere «all’americana» tutti gli abitanti della Terra utilizzando i combustibili fossili, perchè non ce n’è a sufficienza. E in un certo senso dovremmo aggiungere «per fortuna» perché, se ce ne fosse piena disponibilità, un loro uso massiccio causerebbe alterazioni climatiche e problemi sanitari di portata devastante.
Per assicurare un futuro all’umanità è quindi necessaria una transizione energetica: bisogna svincolarsi progressivamente dall’uso dei combustibili fossili e ottenere energia da altre fonti.
A questa semplice conclusione si oppongono con ogni mezzo le grandi e potenti lobby dei combustibili fossili e tutti gli ambienti economici e politici da esse condizionati. È difficile quindi trovare sui grandi mezzi di comunicazione un discorso franco ed esplicito su questo tema.
Fra le persone note e influenti, soltanto papa Francesco si è espresso in modo inequivocabile, affermando che:
Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi. [...] L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere. [...] Il consumo di combustibili fossili deve diminuire senza indugio, ma la politica e l’industria rispondono con lentezza, lontane dall’essere all’altezza della sfida
Le soluzioni possibili sono sostanzialmente due: l’energia solare e le altre energie rinnovabili, e l’energia nucleare.
La crisi energetica è già in atto, anche se molte persone non l’hanno ancora percepita in tutta la sua gravità. Essa è basata su tre dati incontrovertibili: l’esaurimento progressivo dei combustibili fossili, i danni causati alla salute e all’ambiente dal loro massiccio impiego, la forte disuguaglianza nella disponibilità di energia fra Paesi ricchi e Paesi poveri.
La crisi energetica mette in discussione il modello di sviluppo basato sul consumo a tutti i costi, che la grande disponibilità di energia a prezzi irrisori ha creato nei decenni passati e di cui ha goduto soltanto una minoranza della popolazione della Terra.