Macron vuole la leadership della lotta al cambiamento climatico, dopo la ritirata di Trump
A Parigi il Summit organizzato dal presidente francese lo ha visto protagonista, con uno slogan che fa il verso agli Usa: "Make our planet great again"

Per alcuni è stata una raccolta di fondi organizzata in grande stile, per altri – i più critici – una passarella, con tanto di star del cinema (Leonardo di Caprio e Sean Penn), abbastanza inutile dal punto di vista pratico. Per altri ancora un modo per il rampante presidente francese di prendersi la leardership del movimento ambientalista globale. Queste le interpretazioni del One Planet Summit, organizzato a Parigi da Emmanuel Macron a due anni dal vertice sul clima Onu nella capitale francese, la Cop21.
"Stiamo perdendo la battaglia", ha detto con enfasi Macron, "non andiamo abbastanza veloci e questo è il dramma: dobbiamo muoverci tutti, perché saremo chiamati a rendere conto delle nostre azioni". Infatti nonostante l’impegno a bloccare il riscaldamento climatico entro un tetto compreso tra 1,5 e 2 gradi di aumento rispetto all’era preindustriale, deciso al termine del vertice del dicembre 2015, le emissioni di CO2 sono tornate a crescere.
"Il mondo va avanti anche senza gli Stati Uniti"
Nella capitale francese il presidente ha raccolto 50 capi di Stato e di governo e i rappresentanti di 130 Paesi. Per gli Stati Uniti c’era un funzionario. Tanto da far dire all’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, strenuo sostenitore delle battaglie green: “Non sono gli Stati Uniti ad essere usciti dagli accordi di Parigi, è Donald Trump”.
Mentre il mondo sembra essersi reso conto della necessità di agire per contrastare l’aumento della temperatura, l’unico paese che sembra aver preso una direzione controcorrente è l’America di Trump. "Il mondo va avanti, va avanti anche senza gli Stati Uniti e loro rischiano di perdere un'occasione per la loro economia e per il loro ambiente", ha commentato il ministro dell'Ambiente italiano, Gian Luca Galletti.
A Parigi è andato in scena un tentativo di crowdfunding a livello globale. Il tempo dirà quanto riuscito. C’erano il miliardario americano Michael Bloomberg, anche lui attivo nella lotta al cambiamento climatico, l’attuale governatore della California, Jerry Brown, promotori dell’America’s Pledge che impegna 20 stati federali, 110 città e 1.400 aziende americane sulla riduzione di gas serra. Presente l’ex segretario di Stato, John Kerry, che ha tuonato contro la “vergogna” del ritiro americano, come riporta Repubblica. Mentre Bill e Melinda Gates hanno assicurato, attraverso la loro Fondazione, 315 milioni di dollari per aiutare i contadini africani.
"Make our planet great again"
Secondo l’Eliseo il summit ha permesso la firma di 12 programmi di collaborazione per centinaia di milioni di dollari. Axa ha promesso di quadruplicare gli investimenti in campo ambientale fino ad arrivare a 12 miliardi di euro al 2020. Ing ha assicurato che dal 2025 non finanzierà più utility che generano più del 5% della loro energia con il carbone. Mentre oltre 200 investitori istituzionali si sono impegnati a mettere sotto pressione le imprese più inquinanti facendogli cambiare modello di business.
“Make our planet great again”, è lo slogan che da qualche tempo ripete Macron e che fa il verso a quello con cui Trump ha vinto le elezioni lo scorso anno (Make America great again). Speriamo che sia altrettanto efficace.
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