È possibile uscire dal carbone entro il 2025? Per il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda sì. Lo ha detto chiaramente: “La Sen (Strategia energetica nazionale) avrà un obiettivo molto ambizioso, portare l'Italia fuori dal carbone entro il 2025. Ovviamente dovremo raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo dati con Cop 21 e questa è una spinta fondamentale sulle tecnologie ma soprattutto sulla qualità della vita visto che l'inquinamento in questi giorni è uno dei temi centrali della vita della gente". Uscire dal carbone significa non produrre più energia da questa fonte che bruciando genera CO2 che finisce nell’aria. La Cop 21 di Parigi – l’intesa raggiunta a dicembre 2015 da 195 paesi e che non piace al presidente statunitense Donald Trump – dice, tra le tante cose, che bisogna contenere l’aumento della temperatura media globale "ben al di sotto di 2°C", puntando a una soglia di 1,5°C". Si è scoperto infatti che le emissioni inquinanti in atmosfera creano quell’effetto serra che sta alla base dell’aumento della temperatura del pianeta.
Per Calenda, sarà un "salto quantico"
Per Calenda quindi “siamo davanti a un salto quantico. Obiettivo della Sen è dare consapevolezza a quello che serve per farlo. Per uscire dal carbone, ad esempio, dobbiamo fare quelle infrastrutture per il gas, che è un'energia di transizione, che ci consentano di avere sicurezza nella produzione elettrica. Altrimenti rischiamo di fare dei salti avanti senza avere la consapevolezza di quello che dobbiamo fare per assicurare un prezzo dell'energia competitivo e la sicurezza degli approvvigionamenti in uno scenario geopolitico complicato".
Il gas per la transizione
In Italia, in attesa che le rinnovabili possano coprire tutto (o quasi) il fabbisogno energetico, bisogna sostituire le centrali a carbone con quelle a gas che inquinano meno. Il tutto senza il rischio di restare al buio o al freddo d’inverno. Il ministro ha tenuto a dire inoltre che sempre nella Sen “non sarà previsto lo sviluppo di nuova capacità di rigassificazione, ma sarà previsto un monitoraggio della situazione" per "procedere in questa direzione se dovesse emergere l'opportunità o la possibilità di ottenere un prezzo più basso" in base a una maggiore disponibilità. Insomma, il Governo vuole valutare bene se è necessario costruire altri rigassificatori (gli impianti che riportano il gas liquido, gnl, allo stato gassoso) mentre tira dritto sulle altre infrastrutture come, ad esempio, il gasdotto Tap.
Il metano infatti si trasporta in forma liquida sulle navi o nello stato originario attraverso i gasdotti. "Il gas svolgerà nei prossimi anni ancora un ruolo molto importante - ha spiegato il ministro - abbiamo deciso di prendere un momento sulla necessità di ulteriore capacità di rigassificazione, non procedendo a una decisione finale". Per sostituire l’energia prodotta dalle centrali a carbone si dovranno inoltre ‘ristrutturare’ gli impianti rinnovabili. In questo caso si parla di revamping (processo di manutenzione e/o ristrutturazione di impianti fotovoltaici già esistenti) o repowering (gli interventi che comportano modifiche e/o sostituzioni parziali o totali per incrementarne la potenza nominale e la produzione annua).
In attesa della Sen
Secondo il Wwf che ha commissionato uno studio al REF-E (istituto di ricerche di economia e regolazione dell'energia) è possibile uscire dalla generazione nazionale a carbone nel 2025, riducendo i nuovi investimenti in infrastrutture di combustibili fossili. I risultati dello studio hanno evidenziato la fattibilità del phase out al 2025 senza incrementare la capacità a gas e considerando lo sviluppo di accumuli ed il potenziamento dell’infrastruttura di rete. I sistemi di accumulo servono per stoccare energia prodotta da impianti a energie rinnovabili, che per loro natura sono discontinue e legate, ad esempio, alla presenza di vento (nel caso dell'eolico) o di luce solare (fotovoltaico).
In questo processo anche il settore privato è molto impegnato e avrà un ruolo importante. L’amministratore delegato dell’Enel (che gestisce tra l’altro centrali a carbone nel nostro Paese) Francesco Starace ha spiegato che il gruppo è in grado di raggiungere con almeno di 10 anni di anticipo il target di zero emissioni di CO2 rispetto all’obiettivo del 2050. Questo grazie al processo di sostituzione della generazione tradizionale con quella rinnovabile. In ogni caso, tra pochi giorni avremo maggiori dettagli sulla questione. La società a fine novembre presenterà il proprio piano strategico e da lì forse ci potranno arrivare novità. Così come a breve sarà presentata dal Governo la versione definitiva della Sen da cui emergeranno gli obiettivi in maniera più definita.