Per sostenere le rinnovabili teniamo in vita centrali a carbone inquinanti

Il sistema dell'energia verde in Europa tra sussidi e costi che scendono

Per sostenere le rinnovabili teniamo in vita centrali a carbone inquinanti

I punti deboli delle energie rinnovabili sono rappresentati dai costi e dall’intermittenza tipica di queste fonti. Finora la diffusione dell’energia pulita è stata incentivata, ossia sostenuta da consumatori e imprese che nella bolletta elettrica pagano una voce ad hoc, la componente A3.

In Italia, afferma l’Autorità dell’Energia, nel 2016 abbiamo pagato circa 13,6 miliardi di euro di incentivi per sostenere l’energia verde. Il 25% della produzione elettrica italiana totale – si legge in una analisi de lavoce.info - deriva da fonti rinnovabili sussidiate, cui si somma un altro 15% di energia idroelettrica non sussidiata. La quota sussidiata della produzione totale è in Italia superiore alla media, ma non è molto più alta di quella della Germania o della Spagna.

Dove distacchiamo tutti, invece, è nell’avere sussidi elevati per ogni fonte rinnovabile. “Con gli aiuti alle rinnovabili abbiamo quasi raddoppiato il costo medio dell’energia elettrica prodotta in Italia”, scrivono gli autori dello studio Giorgio Ragazzi e Francesco Ramella. Un’operazione, quella dei sussidi, gestita ‘fuori bilancio’ perché i sussidi vengono addebitati alle bollette come ‘oneri generali di sistema’ tramite la componente A3. Se per la copertura fosse stata prevista una ‘imposta ecologica’ è verosimile che i governi avrebbero avuto grandi difficoltà a farla approvare in Parlamento, evidenziano gli studiosi.

Un po' di numeri

A livello europeo (Ue a 28) invece secondo uno studio di Ecofys i sussidi sono ammontati – tra il 2008 e il 2012 - a 157 miliardi di euro (40,8 miliardi solo nel 2012). Nel periodo precedente, il calcolo si fa più difficile, spiega Ecofys, che stima comunque una spesa tra i 70 e i 150 miliardi di euro tra il 1990 e il 2007. Secondo il Financial Times solo nel 2014 i sussidi, a livello globale, alle rinnovabili sono ammontati a 112 miliardi di dollari a cui bisogna aggiungere altri 23 miliardi per i biocarburanti.

Sul fronte dei costi, l’ultimo rapporto dell’Irena (International Renewable Energy Association) evidenzia come entro due anni i costi delle rinnovabili si allineeranno a quelli delle fonti tradizionali. Entro il 2020, tutte le tecnologie per la produzione di energie rinnovabili attualmente commercializzate concorreranno, e persino batteranno sul prezzo, i combustibili fossili, con una produzione compresa tra i 3 e i 10 centesimi di dollaro/kWh. L’analisi sottolinea anche che dal 2010 il costo di generazione elettrica dall'eolico onshore è sceso di circa il 23% mentre quello del solare fotovoltaico del 73%. Entro il 2019, i progetti più all’avanguardia potrebbero fornire elettricità a un prezzo pari o addirittura inferiore (nei due anni successivi) a 3 centesimi di dollaro per kwh. Un costo che sarebbe inferiore a quello con cui si produce oggi energia dalle fonti fossili (5-17 centesimi di dollaro per kWh).

Il nodo dell'intermittenza

Se quindi, grazie allo sviluppo tecnologico, si sta andando verso la ‘grid parity’ (la parità dei costi tra le fonti energetiche), resta aperto l’altro problema, quello dell’intermittenza. Che rappresenta la risposta alla questione: come si può avere elettricità se non c’è sole o vento? Anche in questo caso la ricerca e l’evoluzione tecnologica stanno facendo passi da gigante per trovare soluzioni soddisfacenti.

L’efficienza delle batterie, grandi pile dove stoccare l’elettricità in eccesso da cui attingere quando ce n’è bisogno, sta migliorando. Tuttavia ancora oggi non sono in grado di rispondere appieno a tale problema. Lo strumento utilizzato oggi è quello del mercato della capacità, l’indennizzo alle centrali termiche che devono stare in stand by per quando manca la produzione da rinnovabili.

Proprio ieri la Commissione europea ha approvato i meccanismi che regolano il sistema per l’Italia e altri cinque Paesi europei. Tutto l’impianto viene pagato da cittadini e imprese e lascia molte perplessità anche a livello ambientale perché per sostenere le rinnovabili si tengono in funzione centrali vecchie e inquinanti



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