Un'installazione che è insieme esperienza visiva e sensoriale, che vuole portare gli spettatori nelle profondità del mare. Un ambiente ricreato con l'obiettivo di far capire cos'è e come si trasforma un'onda, per denunciare i livelli di inquinamento delle acque a causa della plastica, ma anche di mostrarne la bellezza e la forza.
Il progetto si chiama P-Wave ed è stato sviluppato da Refuse Factory, un team di giovani ricercatori, appassionati dei temi del riciclo, del riuso e di economia circolare, che ha deciso di sviluppare insieme soluzioni sostenibili e applicabili alla loro attività lavorativa (nel campo dell'architettura e dell'ingegneria). Refuse Factory anche è un po' un'officina per la produzione di elementi architettonici e di design con materiali naturali e di riciclo.
Rigenerazione green, progettazione urbana, riuso
La squadra fa base a Battipaglia ed è composta anche da Pierfrancesco La Brocca (ingegnere, laureato presso l'università di Salerno con una tesi sulla rigenerazione green del campus stesso), Sonia Tramontano (architetto con un Master di secondo livello in progettazione urbana sul riutilizzo funzionale di beni sottratti alla Camorra, con esperienze in India), Ananyabrata Ghosh (ingegnere indiano con un background di modellazione 3D e post-produzione, interessato al riuso dei materiali applicato alle nuove tecnologie e alla digital fabrication) e Marina Granozio.
Macchine costruite con materiali di scarto
"Un collettivo di 5 o più persone", così ha definito Refuse Factory Marina Granozio. "Ci occupiamo di riuso creativo. In particolare di come smaltire e ridare nuova vita alla plastica. Ce n'è troppa in giro e non viene smaltita correttamente. Ci siamo ingegnati - ha aggiunto - e abbiamo pensato di sensibilizzare i cittadini con quest'opera".
Il riferimento è a P-Wave. "Stiamo lavorando in parallelo anche alla creazione di oggetti di design" attraverso lo "sminuzzamento delle bottiglie di plastica, la creazione di filamenti, l'estrusione e la stampa 3D". Non solo. Granozio ha spiegato anche che il team è impegnato nello creazione di macchine sostenibili create "con materiali di scarto, per ridurre al minimo l'impatto ambientale. L'Economia Circolare - ha detto ancora Marina - è un mezzo potentissimo per aiutarci a preservare la Terra, l'unica che abbiamo".