L’Economia Circolare come nuova opportunità per imprese e startup. Questo è stato il tema al centro dell’ultimo incontro GIOIN (Gasperini Italian Open Innovation Network) che si è svolto lo scorso 29 ottobre, a Roma, all’interno di Talent Garden Poste Italiane. L’evento, nato da un’idea di Enrico Gasperini, fondatore dell’incubatore Digital Magics scomparso prematuramente a novembre 2015, consiste in una serie di appuntamenti volti ad approfondire le opportunità offerte dal paradigma dell’Open Innovation. Questa importante tournée dell’innovazione, che tocca le principali città italiane, vede la partecipazione come main sponsor del Gruppo Intesa Sanpaolo.
Perché l’Economia Circolare
Secondo la Ellen MacArthur Foundation con questo termine si va a indicare “un’economia pensata per potersi rigenerare da sola e dove i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”. In generale è un sistema economico che permette di riutilizzare scarti e rifiuti destinandoli a nuovi e successivi cicli produttivi. Tutto grazie all’innovazione e al digitale.
Per l’ONU è uno dei 17 componenti fondamentali inclusi nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile del mondo. Non solo. Secondo una ricerca presentata all’Ecoforum 2018 di Legambiente, l’economia circolare offre ampi spazi alle imprese per ripensare il proprio modo di innovare e di competere, attraverso una gestione più efficiente delle risorse, ma anche una maggiore attenzione verso il mercato secondo nuovi modelli di business.
L’impegno di Intesa Sanpaolo nell’Economia Circolare
Massimiano Tellini, Global Head – Circular Economy di Intesa Sanpaolo, ha raccontato la visione dell’Innovation Center del gruppo, situato al 31esimo piano del grattacielo torinese. Si tratta di un vero laboratorio open space in cui, tra le tante attività, vengono messi a punto nuovi servizi e prodotti, si analizzano trend e tendenze, si testano prototipi e si va a caccia di quelle innovazioni, spesso ideate da startupper o giovani imprese, che provano a cambiare il nostro futuro. La mission è quella di “esplorare e apprendere i nuovi modelli di business futuri per creare gli asset e le competenze necessarie per supportare la competitività di lungo periodo del Gruppo e dei suoi clienti e fungere da motore e stimolo della nuova economia in Italia”. L’economia circolare, in questo contesto, diventa un modello di creazione di valore “a prova di futuro”. Il modello circolare, secondo Tellini, contribuisce a costruire capitale economico, naturale e sociale. Per questo, lo scorso febbraio, Intesa Sanpaolo ha inserito nel suo business plan la volontà di investire su questo modello facendo leva su due iniziative strategiche: un Plafond (2018-2021) da 5 miliardi di euro per PMI e Grandi Imprese e un Fondo CE rivolto a startup e aziende che hanno necessità di equity per la crescita. Il 24 settembre è stato inaugurato, infine, il Circular Economy Lab. Ideato e realizzato a Milano in partnership con Cariplo Factory (società strumentale della Fondazione Cariplo) sarà un vero hotspot per attività di open innovation sistemica ispirata ai princìpi dell’economia circolare, dedicato alla sperimentazione di modelli di business innovativi capaci di ridisegnare le fasi della catena del valore delle imprese.
L’idea di “riciclo” di cinque startup italiane
Sono sempre di più le realtà che hanno deciso di entrare a far parte di questo meccanismo economico virtuoso. Sul palco del GIOIN sono saliti Antonella Bellina, Fondatrice di DuediLatte (abbigliamento fatto con il latte); Domingo Noguera, CEO di Green Idea Technologies (Gestione Ecosostenibile Circolare dei Prodotti Informatici); Miriam Mastromartino, Fondatrice e Amministratore di Pigmento (coloranti naturali da scarti agricoli ed alimentari); Niccolò Cipriani, CEO di Rifò (fibre tessili rigenerate) e Francesco Borgomeo, Presidente di SAXA GRES (piastrelle in Gres porcellanato). Le loro testimonianze hanno rappresentato una fonte di ispirazione per chi vorrebbe, allo stesso modo, contribuire a cambiare il mondo producendo materiali di qualità da scarti e rifiuti. Un modello che si sposa perfettamente con il GIOIN che, come ricordava Gasperini “è quello di avere la volontà e l’energia costruttiva per sentirsi tutti parte di un obiettivo comune: fare innovazione”.