Il titolo di apertura del Sole24Ore di oggi era dedicato a "La svolta hi-tech" che "cambia il mercato del lavoro". I dati riportati dal quotidiano finanziario sono molto intessenti. Pare infatti che il ritmo delle assunzioni del 2018 in Italia sarà scandito da chef e esperti di blockchain. Prendiamo queste due professioni come simboli di settori più ampi, i più richiesti dal mercato oggi. Ma che raccontano quella che il quotidiano di via Monte Rosa spiega come 'la sindrome bipolare' tutta italiana che grava sull'impiego.
Piccolo recap dell'indagine svolta su dati del sistema inforamtivo Exelsior di Unioncamer. I lavori più richiesti riguarderanno gli impiegati generici, i commessi, i camerieri e gli chef appunto. In generale. Ma poi ci sono le professioni emergenti, e tra queste spopolano quelle legate alle nuove tecnologie. Dove gli esperti di blockchain e nuovi media 'spopoleranno'.
Di qui la singolare sindrome bipolare di cui parla nel suo editoriale Alberto Orioli. Citando un suo passaggio, si tratta della "polarizzazione tra l’industria 4.0, disegnata dalle catene globali del valore dove la produttività aumenta in modo esponenziale e dove le tecnologie sono usate al massimo livello di complessità, e il mondo dei servizi derivato dalla logistica dell’e-commerce, dove convivono algoritmi, persone, biciclette, ma anche siti di stoccaggio iper-automatizzati con lavoro umano e lavoro robotizzato uniti da una inedita forma di simbiosi".
Detto in altri termini, l'Italia del lavoro a metà tra due mondi si divide in una parte del suo tessuto produttivo che chiede ingegneri, specialisti in fisica e chimica, informatici nelle diverse sotto-specializzazioni legati allo sviluppo dell’impresa sul web dal data protection e qualcuno che ci capisca di blockchain. Mentre il terziario vuole classici addetti alle venite, autisti, camerieri e chef.
Ma dove ci si forma alla blockchain? Dove si studia il motore tecnologico di Bitcoin (che per molti in realtà è un sinonimo dello stesso)? Qualche università ha un corso di laurea, ad Edimburgo, ma anche in Italia. Eppure finora in Italia non si sono viste molte applicazioni di questa tecnologia. Qualche grande azienda italiana ci sta riuscendo. Altre dicono di farlo. Poco più per ora, quindi un po' questa impennata di richiesti di esperti un po' sorprende. Staremo a vedere.