Il vice presidente delle ads di Facebook Rob Goldman scrive su Twitter che i dati sulle influenze dell’agenzia russa sulla campagna elettorale sono stati mistificati. Da chi? Dai media main stream. E Trump subito lo retwitta e da il via ad un nuovo capitolo di questa saga sulle fake news e fake bot russi e delle loro influenze sulla campagna elettorale americana.
Very excited to see the Mueller indictment today. We shared Russian ads with Congress, Mueller and the American people to help the public understand how the Russians abused our system. Still, there are keys facts about the Russian actions that are still not well understood.
— Rob Goldman (@robjective) 17 febbraio 2018
Eppure i dati li dà Facebook. E Facebook potrebbe dare un po’ i dati che vuole, chi potrebbe controllare i suoi server? Sono i suoi, nessuno. Però questa volta si mette a screditare i media main stream, facendo piacere a Trump.
Facebook dice che ora vuole verificare preventivamente chi sono quelli che fanno advertising su un candidato oppure un altro. Come lo fa mandando una cartolina postale a casa delle persone che fanno ads, con un codice, e se quel codice corrisponde la pubblicità sarà consentita. Funzionerà? Ho molti dubbi. Ma comunque il tema in America è sentito. E in Italia c’è qualcuno che si sta interessando a questo?