Facebook sta lavorando ad una criptovaluta. Sarà basata su blockchain e per farlo sembrerebbe che la società stia cercando investitori istituzionali per raccogliere circa un miliardo di dollari. Una mossa piuttosto inusuale per una società che ha chiuso il 2018 con un utile netto di quasi sette miliardi di dollari e che ha visto il fatturato crescere ancora del 30% sull’anno precedente. Ma potrebbe avere un senso se si guarda alle mosse fatte da Zuckerberg nell’ultimo anno.
Andiamo con ordine. Tutte le informazioni qui elencate arrivano da una serie di scoop di un giornalista del New York Times. Lo scorso 28 febbraio Nathaniel Popper ha rivelato sul quotidiano newyorkese che Facebook sta lavorando ad una propria criptovaluta. La notizia non è mai stata smentita dalla società (né confermata, a dire il vero), ma è piuttosto noto che Mark Zuckerberg è da tempo attratto dalle cripto e aveva già detto di stare studiando soluzioni basate su blockchain.
Popper era riuscito ad ottenere informazioni riservate da alcuni dipendenti che gli avevano rivelato come la società stava lavorando a sistemi di pagamento in bitcoin tramite le app di messaggistica della società. Sarebbero una cinquantina, lavorano guidati dall’ex presidente di PayPal David Marcus, La vera novità (non sarebbe l’unico social a far scambiare denaro) è che il sistema di scambio di valuta online sarebbe dovrebbe avvenire tramite blockchain.
Usare la blockchain significa che Facebook si affiderà ad un sistema di controllo delle transazioni gestito e condiviso da tutti i membri della rete che gestisce la valuta stessa, e non controllato a livello centrale. Ed era proprio questo il dubbio più grande sul progetto di Facebook: che blockchain sarebbe stata se Facebook ne avrebbe avuto il totale controllo, si chiedeva Popper?
Il giornalista stasera è tornato su Twitter (medium meno autorevole del suo giornale, ma Popper è uno dei giornalisti più informati al mondo sul tema e di certo non un incauto) quindi con altre informazioni raccolte dai dipendenti che lavorano al progetto. E scrive che la scelta di rivolgersi ai venture capital è giustificata proprio dal fatto di voler presentare il progetto come più decentralizzato, meno controllato da Menlo Park.
Inoltre, stando sempre alle informazioni condivise, una delle fonti di Popper gli avrebbe rivelato che Facebook sta pensando di usare un paniere di monete straniere a cui ancorare la criptovaluta come garanzia contro la speculazione che potrebbe subire, rendendola così più stabile.
Curiosità. Sarebbe la prima volta dal 21 gennaio 2011 che Facebook si rifà a investitori istituzionali per raccogliere soldi. Stando a Crunchbase, l’ultimo round di investimento era stato guidato da Goldman Sachs per un totale di 1,5 miliardi di dollari.
@arcangelo_