Anche gli inglesi sono chiamati a fare in conti con l’instabilità politica e le conseguenti fibrillazioni. E’ sul voto in Gran Bretagna che oggi si sono concentrati maggiormente i riflettori.
In Italia, chiamata alle urne domenica prossima per le comunali, un appuntamento per oltre 9 milioni di elettori, coda di polemiche sul naufragio del patto a 4 per la riforma della legge elettorale con Renzi che apre ad un dialogo a sinistra, ma trova un Pisapia se non freddo almeno molto prudente.
Intanto in Rai la scelta per il nuovo dg è caduta su Mario Orfeo, un ‘interno sicuro’ per guidare l’azienda almeno per un anno.
Buone notizie sul fronte dell’occupazione che nei primi tre mesi dell’anno, secondo i dati dell’Istat, registra una crescita sostenuta. Intanto il CdM dà il via libera al ‘reddito di inclusione’ per 660mila famiglie: stanziati 2 miliardi all’anno per assegni che varieranno da 190 a 485 euro, Gentiloni lo definisce “un primo passo” nella lotta contro la povertà.
Al processo Stato-mafia depositate le intercettazioni in carcere del boss Graviano e si torna a chiamare in ballo Berlusconi: per i legali del Cavaliere si tratta delle “solite infamie” pre-elettorali.
Tornando all’estero è da registrare il contrattacco di Trump sempre più solo nel Russiagate, e la nuova offensiva degli indipendentisti catalani che fissano per il 1 ottobre il referendum per la secessione dalla Spagna
I Tory arretrano, May nella bufera
Una mezza vittoria è sempre una mezza sconfitta. Per Theresa May, comunque, è missione fallita. Il suo obiettivo di andare al voto anticipato per andare con più forza e coesione nazionale al confronto sulla Brexit con l’Ue l’ha ampiamente mancato. Lei non molla, resta al numero 10 di Downing street e presenta il nuovo governo, ma non molti scommettono su una sua lunga permanenza: la tradizione britannica non fa sconti. Jeremy Corbyn, il leader del Labour ‘rosso’, della sinistra che fa la sinistra 'senza se e senza ma', si prende la sua rivincita: una rimonta così non si vedeva dal 1945.
Legge elettorale, Renzi pessimista
Tutti concentrati sugli ultimi comizi per le comunali di domenica ma la scia polemica sulla morte della legge elettorale ‘condivisa’ non poteva mancare. E’ Renzi, di buon mattino a riconoscere, il “fallimento clamoroso” del patto a 4. “Vedremo se ci saranno le condizioni per fare una nuova legge con tutti gli altri ma, su questo, permettetemi di dire che non sono particolarmente ottimista” e “chi ha preso in giro gli italiani ha un nome e un cognome: Beppe Grillo”
Di Maio replica a muso duro al Pd: “Il problema sono i franchi tiratori di un partito allo sbando”. E Alfano si sfrega le mani: ha vinto Alternativa popolare, ora basta parlare di elezioni anticipate, noi sosteniamo il governo ma non ci sentiamo alleati del Pd. iI segretario dem non trova neanche una sponda convinta al dialogo con la sinistra. Per Pisapia, il ‘federatore’ del campo progressista, del centrosinistra unito, “non si può fare una apertura dopo mesi e mesi in cui noi chiedevamo una alleanza chiara e all’indomani di una sconfitta così”, per poi aggiungere “se vuole una coalizione vera indica le primarie”. Chi vuol capire, capisca.
La Rai affidata ad un ‘interno sicuro’.
Dopo l’era di Campo Dall’Orto, chiamato a rivoluzionare l’azienda ma finito nella solita palude partitica e non solo che immobilizza viale Mazzini, la scelta è caduta su un ‘interno sicuro’. Mario Orfeo dall’ammiraglia della tv pubblica, il Tg1, sale al ruolo di dg per circa un anno quando andrà in scadenza l’intero cda in carica. Frutto, a quanto sostengono le nostre fonti, di un ‘braccio di ferro’ Renzi-Gentiloni, la nomina di Orfeo in cda ha avuto il solo voto contrario di Carlo Freccero che, non certo scevro di autostima si è autoproposto e autovotato per il ruolo guida. E puntuale arriva l’anatema pentastellato di Roberto Fico: non è super partes, è benzina sul fuoco.
Sul tavolo del nuovo dg dossier spinosi a partire dalla riforma del sistema delle news che ha già mietuto ‘vittime’ tra coloro che si sono cimentati nell’impresa. Non meno delicate le partite su palinsesti, sul tetto dei compensi per gli artisti con il rischio di ‘fuga delle star’ e sul rinnovo dei dipendenti non giornalisti. Che dire, in bocca al lupo.
Cresce il numero degli occupati, Gentiloni “La semina ha dato i frutti”
Buone notizie dal fronte dell’occupazione: per l’Istat nel primo trimestre 2017 si sono creati 326 mila posti in più su base annua, 52 mila rispetto ai tre mesi precedenti. Per il premier “i numeri sono sempre oggetto di discussione ma non c'è dubbio che ci troviamo in queste settimane a raccogliere i risultati di una semina che è andata avanti negli ultimi anni”. E Renzi non si trattiene “sono convinto che si potrà arrivare a un milione di posti di lavoro in più, qualcuno lo ha usato come slogan, altri lo fanno con i fatti”. In questo caso non si può che dire :‘speriamo bene’.
Disperazione e orrore
Nascondere al mondo una gravidanza non voluta e poi, alla nascita, disfarsi della sfortunata creatura nascondendo il corpicino nel pozzetto del frezeer. Disperazione e orrore nel ferrarese. Quando puntare l’indice e condannare diventa troppo semplice, è il momento del silenzio.