Migranti e il voto in Sicilia del 5 novembre sono i temi che resistono nell’attirare l’attenzione mediatica anche di oggi. La scesa in campo del Quirinale a sostegno della linea rigorista del Viminale che vuole sia rispettato senza deroghe o escamotage, nel merito e nel metodo, il codice per le Ong impegnate nel soccorso in mare dei migranti avra’ la sua coda di polemiche.
E a innescarle, con ogni probabilità, saranno le parole del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ‘antagonista’ in questo caso del collega dell’Interno Minniti. Intervistato, Delrio premette di essere “impegnato per stroncare il traffico odioso dei clandestini, in questa nostra guerra contro gli scafisti” ma se si parla di soccorsi in mare "la Guardia Costiera dipende dal ministero dei trasporti e tocca a lei valutare se è necessario effettuare dei trasbordi" e “certo non posso violare una regola del diritto internazionale o la nostra Costituzione: O qualcuno pensa che si possa vietare il trasbordo a una nave con migranti, magari lasciandola fuori dai porti a vagare nel Mediterraneo per 15 giorni?". Vediamo se ci sarà una reazione di Minniti o, pago della copertura di Mattarella e Gentiloni, lascerà correre. Seguiamo anche la situazione degli sbarchi e gli sviluppi del lavoro delle procure siciliane impegnate nel far chiarezza sulle eventuali ombre nel rapporto tra Ong e trafficanti di essere umani.
Riflettori puntati anche sull’incontro alla Farnesina tra il nostro ministro degli Esteri Alfano e l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Salamé al rientro dalla sua missione diplomatica a Tripoli e Tobruk. Al centro la missione italiana in acque libiche per contrastare gli scafisti-schiavisti al centro del duello al Sarraj-Haftar.
Parlando di elezioni siciliane, l’altro tema che agita i partiti, prosegue il tiro alla fune, in questo caso il pomo della discordia si chiama AP, tra Pd e FI. Il partito di Alfano e Castiglione, suo uomo forte sull’isola, forte che del 10% che i sondaggi gli assegnano tra i siciliani, vogliono ottimizzare la trattativa tutelando gli interessi a livello nazionale in vista delle prossime elezioni politiche di primavera. In programma ad Arcore un incontro di Berlusconi con il plenipotenziario-siculo forzista Miccichè per fare il punto della situazione sul toto-nome per il candidato-governatore.
Restando sulla pagina politico-partitica a sinistra fa ancora discutere la legge sullo ius soli su cui il governo sente odore di ‘trappola’. I 5 stelle fanno i conti con la ‘debolezza’ di Rousseau e del blog di Grillo, la struttura informatica del movimento su cui si regge la ‘democrazia diretta’, cioé lo ‘scheletro’ del progetto politico-strategico pentastellato, che parola di hacker – come ha rivelato Agi – è un ‘colabrodo’. Una condizione che, al di là, delle preferenze politiche deve preoccupare tutti perché stiamo parlando di una formazione che al momento raccoglie oltre il 25 per cento dei consensi e che sceglie i suoi rappresentanti attraverso votazioni via Internet.
In economia gli argomenti sono da una parte la possibile accelerazione della fusione Fs-Anas, dall’altra la questione della rete Telecom con la coda di commenti alla risposta di Vivendi alla Consob: da noi nessun controllo su Tim.
Per gli esteri molta Africa con lo sciopero generale nella Repubblica Democratica del Congo all’indomani della strage di Kinshasa (12 vittime), il voto di sfiducia al presidente Zuma in Sudafrica, le elezioni in Kenya.
Tornando in Italia oltre a monitorare l’emergenza incendi con gli inquietanti risvolti giudiziari, i vigili appicca fuoco, ci occuperemo della sentenza del Tribunale di Sorveglianza che prende in esame la perizia sullo stato di salute di Dell’Utri