Cinquantamila appassionati di rock di tutte le età e di molte nazionalità, con una prevalenza di belgi fiamminghi, hanno affollato lo stadio Roi Baudouin di Bruxelles (l’ex Heysel tristemente noto in Italia per la strage che coinvolse decine di tifosi della Juventus nel lontano 1985) per il concerto degli U2, la sera del primo agosto. Era l’ultimo della parte europea della tournée che li ha visti suonare anche a Roma a metà luglio e che celebra i 30 anni dall’uscita del mitico album The Joshua tree.
I primi colpi battuti sulla batteria dalle bacchette di Larry Mullen e, subito dopo, i primi accordi del chitarrista The Edge, ovvero il riconoscibilissimo attacco di 'Sunday bloody Sunday ', hanno fatto esplodere lo stadio, ancora illuminato dal sole calante: il lungo crepuscolo nordeuropeo non era ancora cominciato. Quando, dopo un paio di canzoni, il frontman Bono ha promesso con il suo bell'accento irlandese "un’epica serata di rock", ha suscitato un nuovo boato di entusiasmo dei fan che riempivano il prato e gli spalti. Una rumorosa esultanza che si è però un po' ridimensionata quando, un attimo più tardi, dopo aver ringraziato in francese la città ("merci, Bruxelles ma belle"), Bono si è lasciato andare a una impopolare dichiarazione filo europea. "Voglio dirvi – ha urlato nel suo microfono prima di intonare la terza canzone del concerto, 'Bad' - quanto io e la band siamo fieri di suonare nella capitale di quella che è una grande idea, l’Europa".
Il moderato entusiasmo con cui la frase europeista di Bono è stata accolta nello stadio di Bruxelles la dice lunga sull’attuale sentimento prevalente nei confronti dell’Europa. Eppure, proprio il giorno dopo la Commissione europea ha diffuso un 'Eurobarometro', il sondaggio che viene condotto due volte all’anno fra i cittadini europei, dal quale risulta un miglioramento generale dell'atteggiamento rispetto alle istituzioni. Le risposte sono state date in maggio, in pieno 'effetto Macron', e in generale risulta che la maggioranza degli europei era in quel momento ottimista sul futuro dell’Ue rispetto alle rilevazioni precedenti ; non solo, ma fra i Paesi che aderiscono alla moneta unica la maggior parte è favorevole all’Euro. Ci sono però marcate differenze fra i diversi paesi : se la media degli ottimisti è pari al 56%, si va dal 77% degli irlandesi al 29% dei greci ; nel mezzo ci sono la Germania, appena sopra la media con il 59%, la Francia appena sotto con il 55% e l’Italia al 49%.
Proprio il paese di origine di Bono e degli U2, l’Irlanda, è dunque il più europeista, come ha dimostrato anche essendo fra i pochi a partecipare con entusiasmo allo schema di ricollocamento dei rifugiati da Italia e Grecia. C’è poi da considerare l’effetto Brexit, che ha reso ancora più complicata la difficile relazione fra Dublino e Londra. In ogni caso, il risultato dell’Eurobarometro spiega l’urlo europeista della più famosa rockstar del mondo.