Roma, 17 giu.- Quali sono le caratteristiche delle imprese dell'Anhui? Quali settori saranno più interessati nella cooperazione tra le società della provincia e quelle italiane?
Le imprese dell'Anhui stanno cercando di migliorare il loro livello non solo in alcuni settori tradizionali quali materiali edili, prodotti chimici, acciaio, automobili e autoricambi, ma anche i nuovi settori di rapida crescita come elettronica e informatica, energetico, ambientale e manifatturiero di alta qualità. Penso che questo siano campi in cui è possibile dare largo spazio alla cooperazione con la nostra provincia sfruttando il nostro vantaggio in questo ambito. Per esempio è già stata avviata una cooperazione tra l'azienda automobilistica Qirui e alcune società italiane e puntiamo ad estendere la collaborazione con l'Italia anche nella produzione di macchinari industriali di alto livello.
L'Italia rappresenta un paese europeo di antica civiltà con una solida base produttiva dell'industria, sopratutto nel settore della progettazione e della moda. Mentre nell'Anhui c'è un'alta concentrazione di manodopera impiegata nel settore abbigliamento tessile che potrebbe fornire un elemento di complementarità e ottenendo così vantaggio reciproco.
Nel dicembre del 2010, il governo cinese impose due imposte alle aziende straniere: la prima rappresenta la tassa sulla manutenzione e costruzione della città in cui la società ha deciso di investire; la seconda riguarda la quota fissa che ogni compagnia straniera deve devolvere all'istruzione pubblica cinese. Tassazione cui le società nazionali erano già sottoposte. Questa misura ha avuto particolari effetti sugli investimenti IDE nella provincia? C'è ancora qualche politica preferenziale a livello provinciale per attrarre investimenti stranieri?
Sicuramente le imprese straniere hanno avvertito dei cambiamenti da quando è stata adottata la nuova normativa sulla tassazione, ma questo era un passo inevitabile dopo l'ingresso della Cina nel WTO. Le misure varate dal governo cinese hanno l'obiettivo di stabilire un trattamento paritario delle società nazionali e di quelle d'oltremare; apparentemente ciò potrebbe sembrare svantaggioso per gli investimenti stranieri, ma analizzando la situazione in modo oggettivo si potrà capire che in realtà si tratta di provvedimenti volti a migliorare le condizioni in cui vengono realizzati gli investimenti stessi e i servizi forniti.
Attualmente, la provincia dell'Anhui sta cercando di valorizzare la sua superiorità in alcuni settori chiave come quello dei trasporti, della tecnologia, dell'istruzione e delle materie (prime tra tutte i minerali). I miglioramenti relativi alle infrastrutture industriali sono al momento già visibili. La nostra intenzione è quella di approfittare a pieno delle politiche governative per far emergere le province della Cina centrale (Anhui è una delle sei province centrali della Cina).
D'altra parte gli investitori stranieri non danno troppo peso alle nuove tassazioni perché sanno che il loro fine ultimo è quello di migliorare il supporto alle aziende estere. Puntano ad uno sviluppo persistente e sostenibile nella provincia e le misure adottate dalle autorità locali nelle loro possibili competenze saranno sempre favorevole per nuovi capitali stranieri in arrivo.
Quali sono i risultati ottenuti dalle società dell'Anhui nell'applicazione della politica di go-global? E' previsto uno sviluppo aziendale in Italia?
Per noi è fondamentale mantenere l'equilibrio di sviluppo tra il flusso delle imprese nazionali all'estero e quello delle società straniere in Cina. Il governo dell'Anhui presta molta importanza a questa strategia bidirezionale e ritiene di poter imparare molto dagli italiani, soprattutto nelle modalità di gestione aziendale e nel management. La provincia ha già raggiunto il 7° posto nella scala nazionale per numero di aziende all'estero, ma continuerà ad adottare misure efficaci per facilitare l'approdo delle nostre società al di fuori della Cina. Per quanto riguarda il caso dell'Italia, le imprese di Anhui potrebbero ampliare la rete di marketing, dare vita a centri di ricerca o costituire joint-venture con aziende italiane.
Ci può fare un esempio di società go global?
Qi Rui e Jiang Huai, operative nel settore dell'automotive, hanno già allacciato rapporti con le imprese italiane. In una prima fase la collaborazione verte in genere solo sul trasferimento della tecnologia o semplicemente attraverso la compravendita, nella seconda fase avviene di solito la svolta importante quando cioè si avviano i rapporti di comproprietà e joint venture. In questo modo l'interazione tra le parti non avviene soltanto nelle singole fasi della produzione ma in tutta la filiera.
Qual è l'obiettivo economico a livello provinciale da raggiungere nei prossimi anni nel quadro del 12° piano quinquennale?
Abbiamo già ottenuto gli ottimi risultati nella realizzazione dello scorso piano quinquennale tanto che la crescita economica e l'innalzamento del tenore di vita del popolo della provincia sono arrivati un livello senza precedenti. Sono incline a pensare che all'interno del 12° piano quinquennale i miglioramenti saranno ancora più consistenti; i prossimi 5 anni potranno essere considerati per noi un "periodo d'oro". Se volessimo descrivere il trend di questo sviluppo futuro, potremmo dire che esso si esplicherà attraverso i processi di urbanizzazione e industrializzazione, mentre le parole chiave saranno "innovazione", "trasformazione", "apertura" "armonioso". Ci impegneremo a raggiungere il nostro obiettivo di "raddoppiamento", ovvero raddoppiare i redditi dei cittadini delle zone urbane e rurali, le entrate locali complessive, il valore aggiunto di high-tech e quello di settore terziario. Punteremo a rendere l'Anhui la provincia guida tra le 6 regioni della Cina centrale.
di Wang Jing
in collaborazione con Alessandra Colarizi
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