Long Weiding, professore presso l'Università Tongji di Shanghai, è intervenuto nell'ambito del convegno "Fonti rinnovabili e mercato cinese. Quali opportunità per le imprese italiane?", organizzato dall'Oir, l'Osservatorio internazionale sull'industria e la finanza delle rinnovabili (questo articolo).
La Cina è caratterizzata da una carenza di risorse naturali; quello del risparmio energetico, quindi, è un tema che durerà in eterno. E' possibile che le cose cambino, ma è difficile che il carbone perda il suo status di fonte primaria di energia. Per questo motivo la Cina ha bisogno di sviluppare le tecnologie a bassa emissione di anidride carbonica e contrastare l'inquinamento provocato dalla produzione di energia da carbone. In futuro, possiamo realmente attenderci una diminuzione del consumo energetico e un calo delle emissioni di CO2 in Cina?
Certamente. Il risparmio energetico e la diminuzione di emissioni di anidride carbonica, oltre a preoccupano sia i cittadini sia la leadership, sono già al centro delle politiche nazionali e sono oggetto degli studi di esperti e ricercatori, Eolico, biomasse, moduli pv, impianti di riscaldamento ad energia solare, waste management: come descriverebbe prezzi, ostacoli e opportunità per le aziende europee in alcuni di questi settori 'verdi'?
Per quanto riguarda il settore dell'energia eolica, la Cina in questo momento sta affrontando un periodo di relativa chiusura in cui imprese straniere si trovano ad occupare un ruolo marginale. Ma il progresso tecnologico è stato eccellente; basti pensare alla costruzione della turbina eolica da 6MW, la più grande a livello mondiale. Se in futuro l'incidente di Fukushima dovesse comportare un rallentamento dei piani nucleari, è inevitabile immaginare il conseguente aumento degli investimenti sull'energia eolica, specialmente con lo sviluppo delle centrali offshore. Allo stesso tempo, grazie al supporto della tecnologia smart grid per la distribuzione di energia elettrica, è facile prevedere ulteriori passi in avanti. Nel mercato delle biomasse, invece, il problema principale è rappresentato dal trattamento delle biomasse agricole – come la paglia -, molto difficile da lavorare e caratterizzate da prezzi instabili. Un altro problema è rappresentato dalle perdite economiche in cui incorrono le centrali energetiche e gli investimenti da sostenere per la conversione delle centrali elettriche a gas.
L'industria del fotovoltaico in Cina, invece, già si trova in una situazione di sovrapproduzione. Il costo dell'energia fotovoltaica e di quella termica è simile, e il governo ha da sempre stanziato sovvenzioni per promuoverne l'utilizzo su larga scala. Tuttavia, quello del fotovoltaico rimane un settore caratterizzato da bassi margini, e diffonderne l'uso rimane tuttora un problema.
Inoltre, a causa di uno scarso sistema di controlli, il mercato dei pannelli solari termici è caotico. Produzioni di bassa qualità e prodotti contraffatti sono all'ordine del giorno, e si possono correre molti rischi.
Penso, tuttavia, che le imprese straniere possano avvantaggiarsi della situazione sotto diversi aspetti. Primo, nel fornire prodotti e tecnologie d'avanguardia, come la tecnologia delle pile a combustibile che può essere integrata con le fonti di energia rinnovabile, nelle turbine eoliche, negli inceneritori ad alta temperatura. Secondo, nell'integrazione dei sistemi per lo sviluppo e la fornitura di energie rinnovabili in campo regionale e su larga scala. E infine, aprendosi ai mercati nascenti, come quello africano e dell'America Latina. Al convegno OIR, abbiamo visto che le opportunità per le imprese italiane vengono dalle nuove tecnologie (come fuel cells, biogas, inceneritori, sistemi di waste management), dalle tematiche relative alle smart grid e dall'energia urbana intelligente. Come fanno le aziende italiane a proteggere il know-how?
Sviluppando le tecnologie ed esercitando i diritti di proprietà intellettuale, le aziende italiane possono costruire insieme un centro di ricerche e sviluppo. Per garantire il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale è sufficiente un pieno utilizzo delle legislazioni della Cina.
Quali sono le prospettive di sviluppo per il mercato delle pompe di calore in Cina?
Nel suolo, nell'acqua in superficie e a maggiori profondità, nell'aria e persino nelle acque di scarico, si trova una piccola quantità di calore. Questa piccola quantità di calore non può avere un'applicazione diretta; tutta l'energia di un oceano non arriverebbe a bollire un uovo. Ma attraverso processi esterni, è possibile aumentare la temperatura dell'acqua fino a 100 gradi. La pompa di calore è la migliore tecnologia in grado di aumentare la temperatura dell'acqua. In realtà, più che essere una fonte di energia, si tratta di una fonte di calore. Ma le autorità governative sono convinte che le fonti di calore a bassa temperatura possano diventare fonte di energia pulita. Applicare su larga scala le energie 'verdi' è necessario per lo sviluppo delle aree sia urbane sia rurali. Per esempio l'azienda italiana Climaveneta occupa già una certa fetta di mercato nelle pompe di calore in Cina.
Dal mio punto di vista, le auto ibride rimangono il settore leader nello sviluppo delle auto ecologiche. Le auto elettriche vengono usate in città o comunque in brevi tragitti. Grazie alla ricarica elettrica della batteria, l'automobile non produce alcuna emissione di carbonio.
In Cina come è possibile adattare gli impianti termici solari alle esigenze sia degli edifici residenziali che dei grattacieli?
Nelle città dell'est della Cina, zone non particolarmente soleggiate, l'utilizzo degli impianti termici solari è solo del 30%, e in alcuni casi, negli edifici alti – come ad esempio i grattacieli - e nei condomini (edifici residenziali dove abitano più famiglie), le spese superano il reale consumo energetico. Perciò sia il sistema di produzione sia quello di distribuzione per il riscaldamento dell'acqua a energia solare deve fare ancora tanti passi avanti.
Nel corso del convegno OIR, ha spiegato che "sono stati costruiti circa 75 inceneritori nei centri urbani cinesi. Poiché la combustione dei rifiuti urbani, composta prevalentemente da buste di plastica, genera diossina ad altissimi livelli, l'opinione pubblica ha fatto sentire la sua voce opponendosi all'edificazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti nelle aree metropolitane". Qual è la maggiore criticità per lo sviluppo dei sistemi di waste management?
C'e una grande differenza tra la Cina e i paesi occidentali quando si parla di riciclaggio e smistamento dei rifiuti. Nelle città cinesi la raccolta differenziata è molto diffusa tra le famiglie: nelle zone urbane, infatti, si è sviluppato un grande mercato attorno al recupero dei rifiuti, soprattutto per la carta e il legno (nei paesi occidentali la carta e il legno costituiscono oltre il 30% dei rifiuti, mentre in Cina non arrivano al 5%.) Ma salendo di livello, lo smistamento della spazzatura raggiunge picchi di inefficienza; la spazzatura è caratterizzata da una grande quantità di borse e imballaggi di plastica, e la maggior parte dei rifiuti alimentari è costituito dai materiali di scarto. La produzione di energia ricavata dagli impianti di smaltimento dei rifiuti non è elevata, e l'inquinamento prodotto è elevato. La prima soluzione sarebbe quella di migliorare lo smistamento dei rifiuti, la seconda di utilizzare le tecnologie di incenerimento attraverso un processo di combustione ad alta temperatura, la terza è quella di continuare a sovvenzionare questo settore.
Al convegno OIR abbiamo sentito parlare delle opportunità per le imprese italiane nel settore energetico cinese. Quali opportunità rappresenta invece il mercato italiano/europeo per le imprese cinesi? Quali sono le aziende cinesi del settore energetico maggiormente attive in Europa?
Le imprese cinesi nel fotovoltaico hanno già conquistato una certa porzione del mercato europeo. E, dal mio punto di vista, anche le aziende del settore eolico hanno tutte le carte in regola per poter fare il loro ingresso nel mercato europeo. Inoltre, la Cina ha acquisito una certa esperienza anche nel settore delle pompe di calore ad energia geotermica, che può essere condivisa anche con i consumatori europei.
La Cina ha duramente condannato gli attacchi in Libia. Il governo cinese è preoccupato per le forniture di gas?
Dal mio punto di vista, la Cina non è tanto preoccupata per la situazione del petrolio, quanto per l'utilizzo della forza militare da parte dei leader libici. Per ora non ci sono segni di una possibile, veloce, risoluzione al problema della Libia; e se la Libia diventasse un altro Iraq o un altro Afghanistan, e questa situazione di instabilità perdurasse a lungo, essa avrebbe grandi conseguenze sul mercato mondiale energetico. Ma se l'onda di rivolte si dovesse estendere anche in nord Africa o nell'Asia centrale, il colpo inferto alla ripresa economica mondiale sarebbe mortale. E' difficile capire come i leader dei paesi occidentali decideranno di risolvere questa situazione.
Dopo l'incidente nucleare giapponese a Fukushima, la Cina ha in un primo momento rinnovato gli impegni sul nucleare, ma in un secondo momento ha annunciato un fermo alt agli investimenti sul nucleare. Si tratta di una decisione momentanea che senz'altro avrà ricadute positive sullo sviluppo delle rinnovabili oppure, a suo avviso, la Cina, passato un po' di tempo, perseguirà l'obiettivo di ricavare il 27% dal nucleare entro il 2016 e di realizzare un centro nucleare di quarta generazione in aprile?
In Cina lo sviluppo dell'energia nucleare è l'ultima alternativa possibile. Per l'industria nucleare ci sarà spazio nell'avvenire per ulteriori sviluppi, ma si tratterà di sviluppi più lenti, caratterizzati da un'attenzione maggiore alla sicurezza. Nel futuro possiamo attenderci da un lato passi in avanti per quel che attiene la messa a punto dei reattori nucleari di quarta generazione, ma è possibile che i progetti che riguardano altre tecnologie nucleari subiranno una battuta d'arresto. Inoltre, anche nel campo della fusione nucleare a basse temperature, la ricerca ha registrato ottimi risultati (in particolare nei laboratori di Lanzhou). La tecnologia di fusione nucleare a basse temperature, unitamente all'avanzamento nei sistemi di sicurezza, potranno soddisfare i bisogni energetici dell'urbanizzazione; le prospettive sono rosee anche in caso di scarsa disponibilità di petrolio.
di Alessandra Spalletta Ha collaborato Giulia Massellucci nella traduzione dell'intervista dal cinese ©Riproduzione riservata