Pechino, 18 mar. - L'Architetto Ma Yansong durante un recente convegno pechinese organizzato dall'Ambasciata italiana a Pechino ci ha fatto notare che in inglese Cina - China - si pronuncia come nel cinese chai (demolire) e na (li'): quello che in effetti sta accadendo in Cina da molti anni ormai.
Esistono casi più eclatanti come quello, recentissimo, di Cable 8: sui muri perimetrali di un grande spazio industriale nel centro del CDB di Pechino- da qualche anno dedicato a interior design, moda e arte – è comparso qualche settimana fa l'ideogramma chai, scritto all'interno del cerchio, che sembra quasi sottolineare l'inevitabilità della demolizione.
Ma in tutta la Cina, nelle province ricche e in quelle più povere, nelle città e nelle campagne, nelle zone industriali come nelle periferie delle metropoli, ordini di demolizione vengono emanati a ritmo serrato.
Gli ordini non riguardano solo gli abitanti dei vicoli di Pechino o di Shanghai, ma anche impianti industriali attivi e di vaste dimensioni, che oramai sono troppo vicini ai centri residenziali, cresciuti a dismisura negli ultimi dieci anni o la cui produzione non è più considerata 'interessante' per il piano di sviluppo o per il piano regolatore dell'area.
L'esproprio solitamente avviene 'per pubblico interesse' da parte dei governi locali. Se, in principio, le compensazioni erano irrisorie, oggi tutti sanno benissimo che il pubblico interesse molto spesso è rappresentato da un nuovo progetto di sviluppo, finanziato dall'immobiliarista di turno.
Se ai singoli individui non resta che protestare quando non riescono ad ottenere il risarcimento che gli spetta per legge, i siti industriali e i loro investitori hanno spesso la possibilità di negoziare con l'amministrazione locale la misura del risarcimento governativo (o un'altra area sulla quale spostare la propria produzione) oppure direttamente con l'immobiliarista per vendere i propri immobili. Il negoziato tuttavia comincia dopo che l'ordine di esproprio è già stato emanato.
Anche gli affittuari che conducono attività nelle aree soggette a demolizione hanno diritto ad un risarcimento (o ad un'area alternativa), per quanto molti proprietari di immobili preferiscono risolvere unilateralmente il contratto di locazione, con pagamento di una penale minima.
I risarcimenti possono essere composti, oltre che dal valore di mercato di diritto d'uso sul terreno e degli edifici (che solitamente viene valutato da uno dei revisori autorizzati da Comitato di demolizione), anche da spese di trasloco e spostamento degli impianti, risarcimento per fermo produzione e lucro cessante, spese di smantellamento e di montaggio, ecc. Si dovrà avere la cura di verificare che tutti i permessi di legge relativi all'esproprio siano stati regolarmente emessi e pubblicati e che l'entità con la quale si è in contatto sia quella autorizzata a decidere su come procedere nei singoli casi.
E' infatti prassi che venga richiesta la sottoscrizione di un contratto, che contiene sia i termini per il rilascio dell'immobile sia le condizioni per il pagamento del risarcimento.Ciascuna situazione è soggetta a regolamenti locali o all'uopo emanati per una singola area o un singolo gruppo di immobili, ma tale regolamento deve rispettare le disposizioni generali del Regolamento nazionale, il cui nuovo testo è entrato in vigore il 21 gennaio scorso.
di Sara Marchetta
Sara Marchetta si è laureata in Lingua e Cultura cinese presso l'Università Ca'foscari di Venezia nel 1994, e successivamente ha frequentato un corso avanzato di giurisprudenza presso la Facoltà di Legge dell'Università di Pechino (1994-98). Nel 2002 si è inoltre laureata in Legge presso l'Università di Parma ed è attualmente membro del Bar Association di Piacenza. Dal 1997 al 2008 ha lavorato per Birindelli e Associati come managing partner dello studio di Pechino. Oggi Sara Marchetta è senior associate dello Studio Legale Chiomenti a Pechino. Diritto aziendale è la sua area di competenza. Madrelingua italiana, parla fluentemente inglese e cinese mandarino.
La rubrica "La parola all'esperto" ha un aggiornamento settimanale e ospita gli interventi di professionisti ed esperti italiani e cinesi che si alternano proponendo temi di approfondimento nelle varie aree di competenza, dall'economia alla finanza, dal diritto alla politica internazionale, dalla cultura a costume&società. Paolo Borzatta cura per AgiChina24 la rubrica di economia
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