Roma, 22 feb - E' l'inviato speciale. L'uomo mandato sul territorio e nei mercati emergenti a gettare le basi per il business. E il business è quello dei servizi di assitenza e customer care, specialità del gruppo italiano Almaviva. Simone Antonelli, romano 40 anni, è passato da Roma a Napoli, a Catania, poi di nuovo a Roma e ancora a Palermo. A fare cosa? "A seguire il business di Almaviva, a fare il mio lavoro", dice con semplicità. Ma la sua capacità è stata quella di gestire aziende da centinaia di persone, di farle partire e di riconsegnarle funzionanti prima di lanciarsi nella nuova avventura, nella nuova missione. Questa volta Almaviva lo ha spedito lontano: in Cina, a Shanghai. L'enorme mercato cinese e le sue potenzialità interessano Almaviva e Antonelli è stato chiamato a fare il Cfo, il direttore finanziario, di Almaviva Techology Shanghai. Avventura appena cominciata, ma Simone Antonelli, l'inviato speciale, ha già obiettivi e percorsi chiari.
Come è nata Almaviva Technology Shanghai?
L'approdo di Almaviva in oriente è la conseguenza di una logica di differenziazione e diversificazione del proprio mercato di riferimento già realizzata in Tunisia ed in Brasile. L'azienda conferma il trend di crescita nonostante la crisi mondiale degli ultimi anni.
Quando nasce l'idea di sbarcare in Cina?
Il progetto Cina nasce già nel 2006 in seno all'Area Affari Internazionali, guidata da Andrea Marzapane, non per niente premiato come miglior manager internazionale del 2010, e vede la luce ad ottobre 2010 con la nascita della Joint-venture CCID-Almaviva Information Technology Shanghai, società posseduta al 50% da Almaviva e per il resto dai soci Cinesi di CCID Group.
Quali sono gli obiettivi aziendali?
L'obiettivo di Almaviva è ovviamente quello di ampliare i suoi mercati: vuole portare la propria esperienza e capacità nella gestione dei servizi di assistenza e customer care al mercato locale. Se le cose funzioneranno, come speriamo e siamo convinti, poi penseremo ad ampliare la gamma di offerta ad altri servizi presenti nel core business di Almaviva. Abbiamo, tra le altre, la capacità di gestire la consulenza e lo sviluppo di piattaforme informative d informatiche rivolte alla pubblica amministrazione.
Come è arrivato ad Almaviva e qual è il suo ruolo all'interno della società?
La mia avventura in Almaviva inizia oltre 11 anni fa, quando in Italia il mondo del CRM (Customer Relationship Management) era un settore di nicchia del terziario. In questi anni Almaviva, allora COS, è passata da azienda con meno di 100 dipendenti, focalizzata al settore dei Contact Center a multinazionale con più di 20.000 addetti, oltre 42 sedi nel territorio nazionale e 5 all'estero. I servizi offerti vanno dal CRM alla Business Consulting passando per la System Integration e Soluzioni IT per settori della pubblica amministrazione, della finanza e dei trasporti. Sono cresciuto dentro Cos prima e Almaviva e ho ricoperto diversi ruoli. Un'occasione che non capita a tutti e di cui devo essere grato. Personalmente ho avuto la fortuna di fare esperienze differenti anche se il denominatore comune della mia attività in azienda è stata quella di ricoprire molteplici ruoli operativi ed economico-finanziari. Alla luce delle esperienze fatte, il gruppo ha deciso, e ne sono ovviamente lusingato sebbene le responsabilità siano enormi, di indicarmi come Direttore Finanziario (CFO) della neonata società Cinese.
Una società di costumer care e costumer service che offre quindi servizi al mercati locale rappresenta forse novità in Cina. E' così o avete dei competitor?
Direi che complessivamente si può parlare di novità. Questo è anche il succo della nostra sfida. Portare la nostra esperienza a servizio del mercato locale per creare occupazione e condividere i benefici. Insomma sappiamo fare il nostro mestiere e il mercato cinese ci interessa. La Cina può far bene ad Almaviva e viceversa: i numeri del gruppo, in costante crescita sul versante occupazionale, sono il nostro biglietto da visita. Insieme alla nostra esperienza pluriennale e ai numerosi clienti e partner con cui abbiamo "viaggiato" in questi anni.
Quali difficoltà state incontrando?
Le difficoltà sono molte, dalla banale comunicazione quotidiana (verbale e non) al modo di lavorare e fare business. Dalle regole alle leggi ed aspetti burocratici per arrivare all'ambizioso traguardo dell'integrazione interculturale. I tempi del business in Cina sono molto più rapidi che in Italia e quindi si impone una velocità doppia o tripla di apprendimento per stare dietro a tutte le novità ed i cambiamenti nonché alle opportunità che il mercato offre.
Ritiene sarebbe stato possibile – sebbene difficile - per Almaviva penetrare il mercato cinese senza l'appoggio di CCID Group con cui la società italiana è in joint venture?
Ritengo sarebbe stato molto complicato, non solo perché il mercato Cinese è estremamente complesso così come lo sono le trattative commerciali, ma anche perché avere un partner autorevole e riconosciuto, com'è CCID Group, facilita di molto l'ingresso di un'azienda straniera nel mercato del lavoro. CCID–Almaviva dovrebbe rappresentare l'affidabilità e rispettabilità, di un'azienda importante come CCID, assieme all'esperienza, l'inventiva e la conoscenza del business di Almaviva. Le radici e l'autorevolezza del nostro parner cinese si combinano con la versatilità, l'esperienza e l'inventiva italiana. Ci sono tutti gli ingredienti per un'avventura di successo.
Come percepisce la crescita del gigante asiatico Cina da economista e come dall'ottica di un semplice osservatore italiano che si trova a Shanghai per lavoro?
Ciò che rappresenta la Cina per l'Italia e per il mondo in generale è sotto gli occhi di tutti, ed a prescindere dalle diverse analisi economiche che possono prendersi in considerazione, nessuno dubita della futura crescita della "Terra di Mezzo". La mia opinione non si discosta da ciò che tutti crediamo. Posso cercare di rendere più tangibile questo pensiero facendo riferimento a quanto è percepibile vivendo in Cina. Ad esempio, nella sola Shanghai vi sono oltre 10.000 immatricolazioni di auto al mese, il mercato del lavoro, su manodopera specializzata o qualificata, ha una volatilità spaventosa ed il mercato del credito alle imprese non è sufficiente a soddisfare la domanda. Tutti indicatori che per certi versi ricordano, amplificato di 100 volte per dimensioni e velocità, l'Italia del boom economico. Insomma è indubbio che la tigre cinese è destinata a un grande, grandissimo futuro. Poi è appena cominciato in Cina l'anno del coniglio: secondo la tradizionale astrologia locale, il coniglio è quieto, riservato, introspettivo, riflessivo e... fortunato. E a noi di CCID-Almaviva, che teniamo a battesimo la nuova creatura in questi mesi, piace credere che sarà proprio così.
di Sonia Montrella
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