PE IN CINA CERCA SFOGO ALL'ESTERO
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PE IN CINA CERCA SFOGO ALL'ESTERO
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Avendo in mente quello che possono spuntare in borsa, gli imprenditori, di fronte alle offerte dei fondi di investire nel capitale delle loro aziende (in cina i deal di maggioranza sono molto rari e quasi sempre le operazioni si fanno con i fondi in minoranza), avanzano richieste che per i fondi sono difficilmente accettabili. Un quadro senza dubbio poco rassicurante. Se il "dry powder" persiste, prima o poi i gestori di fondi daranno costretti a investire comunque per non scontentare chi ha affidato loro i propri quattrini, ma allora le performance saranno a rischio. Oppure decideranno di restituirli, mettendo comunque il settore in una situazione di imbarazzo e minandone le prospettive di sviluppo. Ecco allora la misura volta ad allentare la pericolosa tensione che si va a creare: consentire al principale investitore in fondi di private equity cinese, i fondi pensione pubblici, di investire in fondi di private equity stranieri.  Un segnale ulteriore della forte attenzione delle autorità di Pechino alla stabilità dei mercati finanziari, messi a rischio, paradossalmente, dal convulso processo di crescita dell'economia.
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