NASCE A PECHINO IL "QUINTO SPAZIO", LA RIVOLUZIONE DEI BAGNI PUBBLICI
Di Emma Lupano
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Milano, 20 ott.- Nella numerologia cinese, il cinque è un numero importante. Cinque sono le fasi (acqua, metallo, terra, legno e fuoco), cinque i colori, i classici della tradizione confuciana, le montagne sacre e pure le stelle gialle sulla bandiera della Repubblica popolare. Ma d'ora in poi, almeno a Pechino, il numero cinque starà a indicare anche un'altra entità: il “quinto spazio”, che si aggiungerebbe “allo spazio familiare, allo spazio di lavoro, allo spazio dello svago e allo spazio virtuale”.
Così il Beijing Zaoshang Bao ha spiegato il senso del simbolo 5 che, dai prossimi mesi, comincerà a fare capolino per le strade della capitale a indicare la presenza dei bagni pubblici di nuova generazione. Bagni che saranno avanzati rispetto a quelli già esistenti, non soltanto per il pregio delle architetture e per la qualità igienica, ma anche perché multifunzionali. Oltre che espletare bisogni fisici urgenti, nel “quinto spazio” si potranno sbrigare pratiche noiose ma necessarie come pagare le bollette, ricaricare la batteria dei veicoli elettrici o del cellulare, misurare la pressione, fare esami del sangue o delle urine e prelevare denaro, il tutto in un'area dove sarà garantita anche la copertura wifi.
Il costo dell'iniziativa non è noto, ma non è su questo che si sono concentrate le reazioni dei commentatori cinesi alla notizia. Tra gli altri, Wang Xudong, sul Xin Jing Bao, l'11 ottobre riconosce innanzi tutto il “drastico cambiamento” che toccherà “lo stesso concetto di bagno pubblico”, destinato ormai a diventare “uno spazio di servizio per le persone”. Un fatto ovviamente positivo, secondo Wang: “Soprattutto nelle aree urbane, dove le risorse sono limitate, creare bagni pubblici dotati di strutture che semplificano la vita al cittadino vuole dire colmare un vuoto nei servizi pubblici”.
È per questo che l'idea del “quinto spazio” appare assai più attraente al commentatore rispetto ai casi di bagni di lusso realizzati in alcune città cinesi in anni recenti. A Nanjing, per esempio, l'iniziativa era stata contestata per l'inutilità di trasformare i servizi igienici in luoghi dove guardare la televisione o bere il te'. “Il quinto spazio dei bagni pubblici di Pechino è diverso da queste esperienze precedenti, perché i bagni così progettati avranno molte più funzioni, ma non saranno sontuosi, quindi non vanno considerati come un altro caso di bagni di lusso”.
Quella che Wang chiama “la rivoluzione dei bagni pubblici” non solo risolverà “il problema della quantità dei bagni pubblici presenti negli spazi urbani”, aumentandone ulteriormente la capillarità, ma avrà anche l'effetto di “promuoverne un aumento della qualità: i bagni avanzati costituiscono di per sé un'opportunità di miglioramento qualitativo dei servizi igienici, oltre che di diventare il punto di raccordo di altri servizi pubblici fondamentali”.
Fin qui, dunque, le buone notizie. Ma, si chiede Wang, non è che “la presenza della connessione wifi e la possibilità di usare il bancomat”, per esempio, “renderanno invece più difficile accedere al bagno quando si ha un'urgenza”? Il dubbio preoccuperebbe “molte persone”: un ‘quinto spazio' affollato di gente che tutto deve fare tranne che usare i servizi igienici potrebbe rivelarsi controproducente. Nei bagni pubblici esistenti, si entra e si esce in tutta fretta, sia perché non ci sono ragioni valide per intrattenersi più del necessario, sia perché l'atmosfera non è delle più gradevoli.
Oltre a questo rischio, aggiunge Wang, “alcuni internauti hanno espresso il timore che nella confusione della multifunzione quello che verrà a mancare sarà proprio la pulizia” e che “se gli spazi saranno maleodoranti sarà tutto inutile”. Timori, questi, che il commentatore del Xin Jing Bao ritiene tutt'altro che infondati. Basterà poco, spiega Wang, per mandare in fumo le ambizioni del ‘quinto spazio': “Se, quando ce n'è bisogno, il management e i responsabili della logistica interverranno in ritardo, i vantaggi di questi bagni pubblici avanzati potrebbero svanire nell'imbarazzo di doversi tappare il naso per entrarci”.
20 OTTOBRE 2015
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