Bologna, 23 dic. - Cercate di visualizzare quello che immaginate i cinesi abbiano portato realizzare dalla loro percezione del Natale occidentale. Ci siete? Ecco, non è assolutamente niente del genere, è molto ma molto peggio! Una volta che i cinesi hanno compreso che cosa volessero fare di questo periodo di festività natalizie – qualsiasi cosa questa fosse - più o meno si sono lasciati, per così dire, prendere la mano.
Tenendo da parte il discorso religioso, in occidente tendiamo ad avere un approccio bipolare, di fronte a questo periodo: da un lato consumismo con le lucette, dall'altro buoni sentimenti illuminanti. Possiamo passare un pomeriggio all'ospedale dei bambini a leggere favole a piccoli degenti sentendoci tanto più buoni, mezz'ora esatta prima di pestare i piedi a una vecchietta ottantenne 'truccata' – in gergo automobilistico – da sessantenne, che sta cercando di rubarci l'ultima bambola alla moda destinata alla nostra fortunatissima figlia al negozio di giocattoli.
Ma stare sulla Wangfunjing road a Beijing una domenica pomeriggio del week end prenatalizio è un'esperienza che prima o poi tutti dovrebbero fare. La folla è immensa, pantagruelica, e tutti – dico tutti – portano in testa un cappello luccicante da babbo natale o cerchietti con le corna da renna (anch'essi luccicosi) quand'anche non maschere di tipo carnevalesco da non ben identificato ma ridente anziano signore. I babbi natale con gli occhi a mandorla sono in ogni dove e vendono di tutto. Vociando. Cantando! Soprattutto "jingle bells", che per qualche strano motivo è una canzone tanto popolare in Cina da sentirla cantare in giro praticamente tutto l'anno.
In generale è un po' come se i cinesi avessero deciso di festeggiare il maggior numero possibile di festività, attingendo al bacino del resto del mondo ed il risultato in questo particolare momento dell'anno fosse una bizzarra e poco santificata combinazione di Natale, Mardi Gras, San Valentino e Halloween. Il cinese medio – portieri, negozianti – ancora non ha capito bene se venga prima la vigilia di Natale o il giorno di Natale stesso – per cui si confonde negli augurii; ci s'interroga se i famosi doni li porti Babbo Natale o Gesù bambino e se – addirittura il dubbio serpeggia – i due non siano finalmente la stessa persona.
Il Natale, per il cinese che comunque il giorno di Natale se ne va a lavorare come ogni giorno, è comunque qualcosa di esotico e curioso. Nelle poche Chiese che eseguono funzioni nella notte riservata alla commemorazione della nostra amata festività cattolica, la maggioranza di persone cinesi presenti si riconosce dalla macchina fotografica: la curiosità deriva probabilmente anche dal parecchio esiguo numero di Chiese operanti in Cina.
Il Natale ed i cinesi: ammettiamolo, niente ha la capacità di metterci in un mood festivo quanto il vedere la festa più importante di tutta la nostra cultura riflessa in una cultura differente, specie se quest'ultima è la veneranda e millenaria cinese! Prendiamone le star di rappresentanza: Babbo Natale, il Buddha che ride ed il Dio della prosperità: tutti e tre rossi, tutti e tre intesi come portatori di cose alla gente. Se il 'nostro' porta doni in un sacco, in Cina ce ne sono due e sono molto più chiari, espliciti, perché già si presentano tenendo in mano lingotti d'oro, monete ed altri simboli di ricchezza. In più, Babbo Natale (o Santa Claus o Santa e basta) è in assoluto uno dei più riconosciuti perché i bambini occidentali vengono 'allevati' nel suo culto, che è per la verità più un culto del consumismo che una simbologia legata alla religiosità della celebrazione: le icone locali sono comunque molto meno parte dell'organizzazione sociale cinese e fanno sognare di meno.
I cinesi della Mainland sono comunque pazzi del nostro Babbo Natale, non ne hanno mai abbastanza e guardandosi intorno ce ne si rende conto in fretta. I bambini spediscono sempre più numerosi le loro letterine e da qualche tempo a questa parte – il servizio è per Hong Kong a cura del South China Morning Post, che risponde facendo riferimento alla lettera originale – ricevono anche precisi feedback da parte del nostro front man! Babbo Natale sta bene dentro alla sua festa cinese: si veste di rosso, è grasso, è pieno di beni e porta benessere. Ed è molto riconoscibile. L'iconografia del buonumore e della filosofia pro benessere cinese gli somiglia davvero in modo impressionate e la sua immagine è certamente "socialmente armonizzante"! Auguri a tutti!
di Katia Gruppioni
Katia Gruppioni è responsabile progetti speciali, comunicazione, relazioni internazionali e istituzionali per le aziende del gruppo del Sira Group (Italia, Cina, Russia, Romania). Imprenditrice, è Presidente di KF&F, una società che assiste le PMI italiane nella penetrazione dei mercati esteri, con focus sul mercato cinese.
Pubblicista e saggista, esperta di Cina, membro del Comitato Scientifico di Osservatorio Asia.
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