LA BEFFA DELL'ALTA VELOCITA'
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LA BEFFA DELL'ALTA VELOCITA'
Milano, 15 lug. - Mai auspicio fu più malaugurante: «Auguriamo buona fortuna alla nuova linea e buona fortuna al nostro paese e a tutti noi!», chiudeva l'1 luglio l'editoriale pubblicato dallo Huanqiu Shibao in occasione della inaugurazione ufficiale della linea ad alta velocità Pechino-Shanghai. La conclusione, ma anche il titolo dell'editoriale, «Lasciateci benedire la nascita dell'alta velocità Pechino-Shanghai», suonano beffardi all'indomani dei guasti che hanno messo in crisi la linea a meno di due settimane dalla sua nascita. «Sui media - iniziava l'editoriale dello Huanqiu Shibao - questo progetto è stato molto discusso, ma oggi, che è il giorno del suo battesimo, dobbiamo benedirlo. La nostra opinione pubblica deve essere orgogliosa di questo grande progetto degno della nazione cinese». Secondo il quotidiano del gruppo del Renmin Ribao, «un Paese è arretrato quando i suoi trasporti sono arretrati. Il popolo cinese ha iniziato a usare i trasporti moderni, dalla bicicletta agli aerei, in ritardo rispetto agli altri. Anche il treno ad alta velocità non è una invenzione cinese, ma è una linea cinese, quella Pechino-Shanghai, a rappresentare il primo esempio di ferrovia ad alta velocità a lunga percorrenza». La nuova linea, dice l'editoriale, porterà a «cambiamenti epocali» nel modo in cui si è percepita finora la distanza tra Pechino e Shanghai. Ed è vero che l'alta velocità scatena «preoccupazioni reali, come quella sulla possibilità di recuperare gli enormi costi sostenuti per realizzarla», ma, secondo il quotidiano di simpatie nazionaliste, «la nuova linea ha un significato importante per la nostra nazione. Le ferrovie sono state inventate in Europa, ma il loro vero futuro è in Cina. Con una simile densità di popolazione, con un simile traffico tra le città del Paese, i treni rappresentano una soluzione fondamentale per muoversi all'interno della Cina». Per questo, chiudeva l'editoriale dello Huanqiu Shibao, «crediamo che i dubbi sollevati in questi mesi dall'opinione pubblica sull'alta velocità non rappresentino appieno l'atteggiamento cinese di fronte a questa opera e che l'ottimismo e le aspettative su questo progetto non siano state debitamente espresse». Sarà pure così, ma il nuovo treno dei record - record di velocità (330 km all'ora in media), record di lunghezza (oltre 1300 chilometri) e record di rapidità nella costruzione (tre anni) - sta anche segnando un preoccupante record di guasti e malfunzionamenti in meno di 48 ore. Il primo guasto risale al 10 luglio, quando un temporale nella provincia dello Shandong ha messo in crisi la linea per ore, bloccando convogli diretti a Shanghai carichi di passeggeri lasciati senza aria condizionata e senza informazioni nel nulla della campagna cinese. Il guasto ha ritardato la partenza di altre decine di treni, con conseguente congestionamento delle stazioni. Il secondo, il 12 luglio, sarebbe dovuto a problemi sulla linea elettrica in direzione di Pechino e avrebbe avuto ripercussioni su oltre 30 treni in partenza da Shanghai.
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«L'unica comunicazione ufficiale trasmessa nelle prime ore dai gestori della linea su quanto avvenuto parlava di "cause legate alla tecnologia e agli impianti". Nel momento in cui scrivo, ancora non si è vista una spiegazione approfondita e trasparente di quanto avvenuto. Quanto alla causa scatenante e diretta dell'incidente, la comunicazione ufficiale diceva in modo generico soltanto che "un forte temporale ha bloccato la linea, provocando blocchi a catena"». Un temporale, ragiona l'editorialista, è certamente una causa di possibili guasti esterna e imprevedibile. «L'incapacità di una linea ferroviaria di sostenere un improvviso temporale, però, ha a che vedere con la sicurezza generale del trasporto, cioè con elementi interni alla tecnologia della linea». E, come registra Lu Ning, sarà vero che «immediatamente dopo l'incidente le ferrovie hanno dato avviso urgente di intervenire con riparazioni di emergenza lungo la linea», ma questo è «il minimo che gli utenti si potessero aspettare dal gestore di una rete ad alta velocità». Secondo Lu, ad aver condotto a un «disservizio intollerabile e imbarazzante» è il fatto che «la ferrovia non aveva preparato in anticipo un piano di intervento in caso di emergenze. È perché non esisteva un piano di emergenza preciso - dice l'editorialista - che nei convogli rimasti bloccati o fermi senza corrente non sono stati forniti acqua e cibo, e che gli assistenti non sapevano come placare l'ansia e la rabbia dei passeggeri. Si può immaginare come ci si possa sentire in un convoglio sigillato, senza corrente, senza acqua, senza cibo. In simili circostanze, l'unica cosa che può placare le ansie dei passeggeri sono informazioni tempestive, trasparenti e continue su quanto sta accadendo». Su questo aspetto, scrive Lu, non si può condannare lo staff presente nei vagoni «per aver fornito, su treni diversi e anche sugli stessi treni, informazioni e spiegazioni diverse e contrastanti. Lo staff riporta notizie di seconda mano e, se dai gestori della linea non arrivano informazioni chiare, è possibile che gli assistenti ai passeggeri si sbaglino. Tuttavia, in situazioni simili lo staff deve impegnarsi a parlare con una sola voce, e, se non ne hanno, a dire chiaramente che non hanno ancora ricevuto notizie certe, per non prendere in giro i passeggeri». Appare evidente, conclude l'editorialista, che «gli assistenti non sono stati formati su come affrontare le emergenze. Due sono perciò le carenze a cui bisogna la linea Pechino-Shanghai assolutamente porre rimedio: la preparazione in anticipo su come affrontare situazioni di emergenza; e la diffusione di notizie verificate e tempestive da parte dei gestori della linea». di Emma Lupano
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