IL BACIO DI HU JINTAO E OBAMA

IL BACIO DI HU JINTAO E OBAMA

Milano, 28 nov. - La Fondazione Unhate ("smetti di odiare") del Gruppo Benetton con la pubblicazione in tutto il globo di gigantografie (fotomontaggi) di leader mondiali che si baciano sulla bocca ha sicuramente raggiunto il risultato di attrarre attenzione su un marchio (United Colors of Benetton) che non era certo particolarmente visibile in questi ultimi tempi.

 

La campagna non ha risparmiato quasi nessuno: dal Papa alla Merkel, da Hu Jintao all'imam di Al Ahzar (più alta istituzione dell'islam sunnita), con "accoppiamenti" variegati compreso quello tra Berlusconi e la Merkel che le recenti origliature pubblicate sui giornali hanno reso involontariamente più piccante.

 

Sono immediatamente seguite le note più o meno severe delle varie cancellerie e segreterie di stato per condannare questi fotomontaggi ritenuti – con vario grado di scandalo – lesivi del personaggio, del paese, del comune sentire o addirittura di una religione. La religione occidentale della libertà di opinione non ha però permesso che si procedesse a una censura vera e propria, anche se le pressioni della Chiesa Cattolica hanno fatto ritirare quella del Papa.

 

La Cina in forza del suo stato più autoritario ha invece provveduto a proibire l'esposizione di quella con Hu Jintao. Fin qui, usando una vecchia e trita parafrasi, si potrebbe dire "storie di ordinaria censura" interpretata secondo i costumi locali.

 

Personalmente leggo invece in questo micro-evento, tutto sommato irrilevante se confrontato ai problemi e ai temi che sono in discussione in questo momento nel mondo, l'essere piccolissimo, ma profondo paradigma della situazione del mondo oggi.

 

Cominciamo dalla Cina che è il caso più facile. Evidentemente il governo cinese ha temuto che quella foto potesse togliere fiducia e credibilità al massimo capo dello stato cinese. Le possibilità di controllo dell'informazione che possiede gli ha quindi permesso di intervenire in modo così forte. Punto.

 

Commento: la Cina è uno stato autoritario che non si fa scrupolo di reprimere la libertà di opinione. Lo sapevamo.

 

La domanda che ci possiamo fare è se il cittadino medio cinese si sia o si sarebbe sentito così offeso dalla fotografia del "bacio" tra il suo presidente e quello americano. Non lo so, sospetto però che mediamente avrebbe capito il messaggio e non lo avrebbe trovato offensivo, al massimo di cattivo gusto.

 

I pochi post su blog cinesi che ho intravisto mi sono sembrati più ironici (su Hu Jintao) che offesi. Però va detto che probabilmente i cinesi che hanno visto la foto non rappresentano l'umore generale della popolazione.

 

Il mondo islamico ha trovato molto offensivo e "irresponsabile" il bacio tra l'imam di Al Ahzar e il Papa.

 

Commento: beh, da quel mondo che a volte è molto duro con chi offende i simboli della sua religione è stata quasi una non reazione, forse anche perché non credo che la fotografia sia stata esposta fisicamente nel mondo islamico (però comunque visibile su internet).

 

Passiamo all'Occidente. Il Vaticano ha minacciato querele e il Gruppo Benetton l'ha ritirata.

 

Alcune cancellerie hanno commentato negativamente la campagna anche se non hanno né fatto né minacciato azioni di contrasto (e forse non avrebbero potuto).

 

Inoltre nei vari blog occidentali si sono scatenati commenti abbastanza polarizzati. Quelli decisamente a favore vi vedono un segno forte dei "nuovi" valori del mondo: l'abbattimento delle barriere dell'odio e la tolleranza.

 

Quelli decisamente contrari vi vedono invece: l'insulto gratuito a valori e simboli ritenuti non oltraggiabili come la "maestà" dei capi di stato o l'ipotizzare un gesto osceno (soprattutto perché spesso omosessuale e comunque con uno sfondo "erotico") tra personaggi che si vuole percepire al di sopra della materialità quotidiana.

 

Commento: di fatto solo una censura – quella vaticana - che ha usato la minaccia, non esplicitata, di usare in qualche modo il peso dell'istituzione (Chiesa Cattolica) in aggiunta alla causa legale per danneggiare il Gruppo Benetton.

 

L'Occidente (Vaticano escluso), da questo confronto, appare "superiore" per il suo rispetto della libertà di opinione.

 

Temo però che appaia anche altro: l'immediato schierarsi (almeno quelli che commentano sui blog ed i principali giornali) a favore o contro, l'incapacità di mettere in un contesto ironico delle immagini ovviamente ed indubbiamente false, lo scandalizzarsi perché omosessuali, il ritenere che immagini volutamente provocatorie possano minare l'aura di "regalità" che dovrebbero avere i capi di stato, l'auto censurarsi (la Benetton ha spontaneamente ritirato quella con il Papa) temendo una ritorsione tutto sommato illegittima per i valori occidentali.

 

Appare anche l'incapacità, tipica del toro nell'arena davanti al drappo rosso sapientemente agitato dal torero, di non vedere l'inganno voluto da un'azienda che probabilmente per motivi puramente commerciali cerca di aumentare l'attenzione sul proprio marchio con operazioni "scandalistiche".

 

La considerazione che ne traggo è che il proverbio che chi ha il pane non ha i denti per mangiarlo e viceversa è verissimo.

 

L'Occidente ha la libertà di espressione, ma molti dei suoi abitanti non sono forse ancora maturi per questa libertà cascando platealmente nella reificazione di simboli mostrati in modo manipolatorio.

 

Il governo cinese non concede ancora la piena libertà di espressione ad una popolazione che forse è più capace di percepire la manipolazione dei simboli di quanto il suo governo pensi. Da qui anche la domanda di quanto la repressione della libertà di espressione e l'uso intensivo della propaganda di regime (manipolatoria per definizione) addestri un popolo a percepire più facilmente la manipolazione.

di Paolo Borzatta

 

The European House-Ambrosetti

 

 

© Riproduzione riservata