Traduzioni a cura di Giovanna Tescione
Roma, 02 ago. – Mattoni rubati per costruire abitazioni private e La Grande Muraglia rischia di scomparire. È l'allarme lanciato dall'Ufficio Nazionale per la tutela del patrimonio culturale che la settimana scorsa ha annunciato l'inizio di una campagna che prevede regolari ispezioni e controlli random in oltre 15 province; l'obiettivo è indagare sullo stato attuale del sito patrimonio dell'Unesco e garantire che i provvedimenti delle autorità locali siano conformi alle leggi sulla tutela nazionale.
Il progetto durerà fino a ottobre e sembra essere stato accolto con favore. D'altra parte degli oltre seimila chilometri dell'epoca Ming ne resta solo un 70%, mentre il restante sembra essere ormai ridotto a cumuli di macerie.
Dalla normale erosione dovuta agli agenti atmosferici ai turisti che rubano pietre come souvenir, fino ad arrivare ai cinesi stessi che negli anni hanno utilizzato i noti mattoni dalla storia millenaria per costruire le proprie case. Si tratta degli abitanti di un villaggio nella contea di Lulong, nella provincia settentrionale dello Hebei, che in passato hanno utilizzato parte della Muraglia per costruire le proprie abitazioni.
La non curanza delle autorità locali, spesso senza i fondi necessari per il restauro, e gli agenti atmosferici, compreso i numerosi terremoti, hanno fatto il resto, rendendo oggi il simbolo della Cina a rischio estinzione.
Inserita nel patrimonio mondiale nell'Unesco nel 1987, la Grande Muraglia è il monumento più lungo al mondo, oggetto già da dieci anni di un progetto di tutela del sito iniziato nel 2006 e denominato "Codice di tutela della Grande Muraglia". Progetto che però non ha mai avuto grandi risultati.
"Oltre 21mila chilometri attraverso 15 province e 404 contee per oltre 2mila anni di storia, la Grande Muraglia passava attraverso metà Cina", scrive l'agenzia di Stato Xinhua, descrivendo una situazione preoccupante dove solo "un 10% risulta essere in buono stato, mentre un 30% è già del tutto scomparso".
"Badaling, il passo di Juyong, Simatai, Jiayuguan o Jinshangling, sono solo le classiche sezioni maggiormente visitate dai turisti, il meglio della Grande Muraglia. Ma questo è solo una piccola parte", spiega Dong Yaohui, vice-presidente dell'associazione nazionale della Grande Muraglia. "Sono cose che non provocano danni su vasta scala, ma che se accumulati si possono avere gravi danni", continua Dong, che poi aggiunge: "Il problema è che spendiamo moltissimo in opere di ristrutturazione del sito invece che spendere in tutela del patrimonio".
Quattro oggi le principali minacce alla sopravvivenza della Grande Muraglia, scrive ancora la Xinhua. "Innanzitutto i governi locali che cercano i propri interessi immediati scavando senza regole la Grande Muraglia, i cittadini locali che prendono mattoni e terreno o piantano grano su quegli stessi terreni, i distretti più remoti dove sono lenti i progressi per la tutela del patrimonio e in ultimo le basi ancora molto deboli in tema di tutela della Grande Muraglia".
Ma un monito arriva anche sulle opere di restauro. "Bisogna cercare di intervenire quanto meno possibile, preservando la storia e il senso del tempo", commenta Li Geng consulente turistico sulla Grande Muraglia. E c'è chi parla invece della necessità di maggiori investimenti in termini finanziari e di risorse umane da utilizzare nella tutela del patrimonio nazionale. A parlare è Li Yipi dell'istituto di ricerca sul patrimonio storico della provincia dello Hunan, secondo cui "non si può essere indifferenti e non tutelare quei tratti di Grande Muraglia al momento non visitati solo perché non portano utili economici".
È questa infatti la domanda più amletica quando si parla di Grande Muraglia, scrive la Xinhua: "concentrare risorse ed energie sulle sezioni maggiormente conosciute o su tutta la Grande Muraglia?".
Per Dong Yaohui la risposta è una: "la Grande Muraglia è 'grande' perché si estende per 10mila Li, bisogna quindi tutelarla tutta".
Lunga circa 21mila chilometri, la costruzione della Grande Muraglia, che si estendeva dalla costa orientale fino al deserto del Gobi, iniziò nel terzo secolo prima di Cristo per essere conclusa tra il 1368 e il 1644 sotto la dinastia dei Ming, che ne costruirono circa 6mila chilometri.
02 AGOSTO 2016
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