di Emma Lupano
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Pechino, 11 ago. - L’amore ai tempi delle demolizioni è fatto di divorzi di convenienza. Almeno a Guiyang, provincia del Guizhou, e in una serie di villaggi che fanno capo a quell’area. La zona, come altre del Paese, sta vivendo una fase di “sviluppo”, che si traduce in espropriazioni di terreni e demolizioni di abitazioni per fare posto a progetti di investimento, urbanistici o edilizi.
Le somme versate ai residenti per compensarli della perdita di terreni e case sono irrisorie, e così, quando si può, si usa l’ingegno. Succede questo a Yunguan, distretto di Nanming, dove all’improvviso, da qualche mese, oltre la metà delle coppie ha sentito un irrefrenabile bisogno di divorziare. Separazioni dettate non tanto dai sentimenti, quanto dal portafoglio. Le regole per il calcolo delle compensazioni dovute ai proprietari delle case demolite prevedono infatti il versamento di una somma di denaro a ogni nucleo familiare coinvolto. Se il nucleo si divide, la somma raddoppia e viene ripartita tra i neo single.
Lo spiega il Jinghua Shibao il 14 luglio: “Divorziando si moltiplicano i capi famiglia, moltiplicando così le compensazioni”. Il giornale dà anche la notizia che “già due capi del villaggio sono stati arrestati per connivenza con gli abitanti nel frodare il sistema di compensazione nazionale, o per avere tratto vantaggi personali da queste pratiche”.
Il giorno dopo il Fazhi Ribao, quotidiano con taglio giuridico che fa capo agli organi governativi, riflette sulle responsabilità del fenomeno e su chi si debba “incolpare” per i finti divorzi di massa, in un editoriale firmato dal blogger ed editorialista Zheng Yuchuan.
Vista la testata, l’articolo affronta la questione innanzi tutto dal punto di vista legale. “L’ondata di divorzi a cui si è assistito in alcuni villaggi è dovuta al tentativo di ottenere compensazioni maggiori. E un’azione di tipo speculativo, resa possibile dal fatto che le regole per la compensazione delle demolizioni previste dal sistema locale non sono abbastanza rigide, e che il controllo sulla gestione di queste compensazioni esiste solo sulla carta”.
Le compensazioni per le famiglie di Yunguan vengono assegnate per nucleo familiare, una scelta fatta, secondo Zheng, “con l'intento di evitare eccessive disparità nella compensazione nel caso di famiglie numerose”. L’uso della legge da parte dei residenti per “aumentare i propri vantaggi” non sarebbe, per il commentatore “un’operazione di truffa palese” e inoltre “la speculazione non è sempre illegale”. Perciò meglio non sbilanciarsi sul destino delle coppie che hanno divorziato di recente: “Per sapere come interpretare le loro azioni in termini giuridici bisognerà aspettare il parere di un giudice”.
E se Zheng si aspetta “azioni nei confronti dei finti divorziati sulla base della loro responsabilità legale”, quello che gli sembra più importante è che gli organi giudiziari “indaghino ancora più approfonditamente nei confronti delle unità che hanno ideato queste regole e che dovevano occuparsi di vigilare sulla loro applicazione. È la loro disattenzione ad aver causato questo fenomeno di speculazione di massa”.
Chiuse le considerazioni giuridiche, il commentatore punta il dito sulle ragioni sociali ed economiche che spiegano il fenomeno dei falsi divorzi. “È inevitabile che i cittadini tentino di sfruttare le regole a proprio vantaggio. In questo caso, nella zona di Guiyang, e in particolare a Yunguan, si sono concentrati negli ultimi anni numerosi progetti di sviluppo che hanno portato all’occupazione di terreni agricoli. Quanti posti di lavoro hanno fatto perdere al territorio?”.
Nell'intraprendere e promuovere questi progetti, fa notare Zheng, il governo locale “non ha riflettuto sulla necessità di adottare modalità di investimento nella terra a favore delle comunità di villaggio, o di coinvolgere i contadini nei progetti di sviluppo di aziende e altre attività in modo da realizzare una ripartizione dei profitti nel lungo periodo”.
Ecco perché, “una volta persa l’abitazione e la terra tramandata per generazioni, i contadini di Guiyang si sono ritrovati senza nient’altro che le compensazioni”. In una situazione così precaria e difficile, “è nomale che le tentino tutte per ottenere compensazioni maggiori. E se le regole stabilite dal governo locale sono imperfette”, e se i residenti sono abbandonati a se stessi, “è naturale che in molti cerchino di ottenere un po’ di profitto in quel modo”.
11 agosto 2014
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